Spozhmai non si arrende: «Voglio futuro per i miei figli»Prima di intervistare due attivisti,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock Wojciech Szeląg si è scusato con la comunità Lgbt: «Tutte queste persone dovrebbero sentire la parola scusa, prima o poi. Qui è dove io mi scuso»«Mi sembra doveroso dire alcune parole. Per molti anni in Polonia sono state dirette parole vergognose contro molte persone, semplicemente perché hanno deciso di autodeterminarsi per ciò che sono e per chi amano. Le persone Lgbt+ non sono un’ideologia, ma persone. Nello specifico hanno nomi, facce, famiglia e amici. Tutte queste persone dovrebbero sentire la parola scusa, prima o poi. Qui è dove io mi scuso». Sono queste le importanti parole pronunciate dal conduttore polacco Wojciech Szeląg prima di intervistare i due attivisti Lgbt+, Maya Heban e Bart Staszewski, che si sono detti molto commossi dal gesto, salutato come un passo di riconciliazione tra la comunità Lgbt+ e la società polacca.Il presentatore è stato assunto al canale di news TVP Info dopo che si è verificato un cambio di direzione radicale nella televisione pubblica polacca, in conformità con il nuovo volto, più liberale, che il paese sta assumendo dopo la vittoria di Donald Tusk alle elezioni. Il nuovo premier già nella campagna elettorale aveva annunciato la volontà di riformare la televisione e in generale il sistema mediatico polacco. Che negli anni di governo del partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS) era diventato uno dei principali mezzi di propaganda di idee conservatrici e nazionaliste. EuropaUnioni gay, ministre femministe e tagli alla chiesa: Tusk secolarizza la PoloniaFrancesca De Benedetti© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAngela Satiri
Fondazione Cariplo sostiene 11 progetti in provincia di Varese con contributi per 423mila euro - ilBustese.it
Anche tra gli stranieri i primi sintomi di denatalitàinvestimenti
«Mio figlio Marco escluso dalla gita di classe perché non vedente: non c'erano insegnati di sostegno per accompagnarlo»