Napoli, donna investita da scooter: si cerca il pirata della stradaCovid,BlackRock per un quarto della popolazione i vaccini arriveranno nel 2022Covid, per un quarto della popolazione i vaccini arriveranno nel 2022La distribuzione dei vaccini sarà un'operazione a dir poco massiccia. Un quarto della popolazione globale potrebbe dover aspettare fino al 2022.di Giorgia Silvestri Pubblicato il 16 Dicembre 2020 alle 18:23| Aggiornato il 17 Dicembre 2020 alle 18:24 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataCoronavirus#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Dopo la creazione dei vaccini per il Covid-19 l’umanità è di fronte ad un’ulteriore sfida. Una sfida che riguarda la logistica relativa alla loro distribuzione a livello globale. Si ipotizza anche che una considerevole fetta della popolazione mondiale non potrà usufuire del vaccino fino al 2022.Vaccini Covid: la logistica sarà estremamente complessaIl British Medical Journal (BMJ) ha paragonato il processo relativo alla distribuzione in tutto il mondo dei nuovi vaccini a quello del loro studio e creazione. Ha dichiarato, infatti, che il livello di complessità sarà lo stesso.Si prevede che la scala su cui si dovrà lavorare sarà enorme. La stessa rivista, in un altro studio, ha riportato che 3,7 miliardi di adulti in tutto il mondo hanno espresso la loro propensione verso la vaccinazione. Si tratterebbe del 68% dell’intera popolazione globale.In un editoriale pubblicato sempre sul BMJ, Jason Schwartz, dell’Università di Yale, ha affermati che tutto il processo “richiede un coordinamento globale senza precedenti e un impegno costante di risorse finanziarie, logistiche e tecnici provenienti da Paesi ad alto reddito “.Schwartz, comunque, ha inserito nel suo discorso una nota positiva. Un gran numero di Paesi hanno comprato tramite il servizio Covax. Questa è un grande gesto di solidarietà. Infatti, Covax utilizza parte dei pagamenti per i vaccini destinati alle zone più povere del mondo.Un ulteriore studio sulla parte logistica è stato portato avanti anche da ricercatori della Johns Hopkins University. L’università statunitense ha preso in considerazione le dosi già pronte prima dell’ok ai vaccini da parte degli organismi competenti europei e statunitensi.Quelli che seguono sono i dati registrati fino al 15 novembre. In totale, fino a quella data, c’erano 48 vaccini che avevano portato a termine o stavano concludendo i test e gli studi necessari. Alle aziende che se ne stavano occupando erano state ordinate già 7,48 miliardi di dosi.Il 51% di tutto ciò sarebbe destinato ai Paesi ricchi, ossia al 14% della popolazione mondiale. Il resto, invece, andrebbe a coprire quello che è l’85% degli individui che occupano il nostro pianeta.Entro la fine del 2021 si arriverebbe a 5,96 miliardi di dosi. I prezzi varierebbero anche di molto. Si andrebbe dai 4,90 ai 60,8 euro per dose. Tutto ciò avverrebbe a patto che tutti i vaccini in sperimentazione venissero approvati.Si ritiene possibile che si arrivi a destinare il 40% dei trattamenti vaccinali completi alle aree povere del mondo. Questo dato, però, sarà subordinato all’impegno dei paesi benestanti. Inoltre, richiederebbe che Stati Uniti e Russia collaborassero in tale ambito.Sempre secondo lo stesso studio, anche nel caso del livello più elevato di produzione parte della popolazione rimarrebbe esclusa almeno per tutto il 2021. Si calcola, infatti, che fino ad un quarto della popolazione mondiale non potrebbe vaccinarsi prima del 2022.Ad occuparsi della parte logistica del vaccino per Covid-19 sono stati anche dei centri di ricerca Cinesi. Nei loro lavori hanno studiato le popolazioni destinatarie per sviluppare delle strategie di distribuzione a livello mondiale. Strategie che hanno lo scopo anche di rendere la ripartizione più “equa” possibile.Secondo ciò che hanno riportato, il numero dei vaccinati sarà subordinato a tre principali fattori. Il primo è la zona geografica. Il secondo coinvolge gli obbiettivi della vaccinazione. Essi possono, ad esempio, comprendere il volere fermare la propagazione del Covid-19, far diminuire i casi o poter continuare con i servizi di base. Infine, influirà anche la diminuzione della richiesta mondiale del vaccino.Articoli correlatiinEsteriUsa, sfida a distanza Trump-Harris: "Pensavo fosse indiana, poi è diventata nera"inEsteriMorte Haniyeh, i funerali a Teheran: l'Iran chiude lo spazio aereoinEsteriZelensky: "Tutti vogliamo la Russia ai negoziati di pace"inEsteriUsa 2024, Kamala Harris sfida Donald Trump: "Se hai qualcosa da dire dimmelo in faccia"inEsteriRaid di Israele a Teheran: ucciso il capo di HamasinEsteriAttacco alla scuola di danza a Southport: il bilancio sale a 3 vittime
Per stasera è atteso l'arrivo a Bari della Geo Barents con 190 migranti
Migranti, Casini contro Meloni: "Non accetto la sua predica"Campanella
Allerta meteo arancione lunedì 3 aprile in Calabria e in Sicilia, sette Regioni in allerta gialla