La nuova giovane Italia che l’atletica ci mostraCare lettrici,Economista Italiano cari lettorila settimana della giustizia ha avuto al centro l’arrivo in aula per il sì definitivo del ddl Nordio che, tra le altre cose, contiene anche l’abrogazione dell’abuso d’ufficio. Fuori dal parlamento, invece, continua ad aggravarsi la situazione nelle carceri, anche in vista della calura estiva: il sovraffollamento e i suicidi sono in aumento e non c’è ancora traccia dell’intervento promesso dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Per questo la radicale Rita Bernardini è in sciopero della fame e chiede una legge contro il sovraffollamento.Come vi avevo anticipato qualche newsletter fa, il podcast di Domani sulla giustizia è online: si intitola Per questi motivi e racconta i processi che hanno cambiato la storia italiana producendo un cambiamento sociale. Come tutti voi lettori che vi interessate di giustizia sapete, infatti, ogni processo racconta una storia, spesso violenta, ogni tanto a lieto fine, sempre dolorosa. In alcuni casi queste vicende personali sono lo specchio dell’anima dell’Italia in quel preciso momento storico. Nelle aule di giustizia, infatti, alcuni diritti sono stati conquistati, altri non sono stati riconosciuti, altri ancora sono stati difesi contro chi invece voleva farli venire meno.Il podcast è pensato per gli appassionati di true crime, ma più in generale per chi è curioso di capire meglio l’evoluzione della storia italiana e i fenomeni che hanno caratterizzato alcune delle sue fasi più complesse, attraverso la lente della storia giudiziaria e con le voci di avvocati, magistrati e giornalisti.Lo trovate su Spotify e su tutte le principali piattaforme di streaming, la prima puntata racconta “il caso del Secolo”, ovvero il processo per la morte di Wilma Montesi, trovata senza vita sul litorale di Ostia nel 1953. Insieme a me, a raccontare questa storia c’è anche la voce dell’ex procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati.Per rimanere aggiornati e ricevere la notifica ad ogni nuova puntata, cliccate “segui” accanto al titolo e poi anche sulla campanella.il ddl NordioDopo l’approvazione nottetempo in commissione Giustizia, è arrivato in aula alla Camera il ddl Nordio con la discussione generale e l’obiettivo è approvarlo in via definitiva il più velocemente possibile, ovviamente senza modifiche. Anche perché, nel suo passaggio di febbraio al Senato, il testo ha ottenuto il sì anche di Azione e Italia viva.Qui trovate un approfondimento sul contenuto della riforma, che non è solo l’abolizione dell’abuso d’ufficio ma anche la modifica del reato di traffico di influenze illecite e anche alcune modifiche procedurali, a partire dall’introduzione di tre giudici che decidano sulla richiesta di custodia cautelare in carcere.Gli avvocati sulla separazione delle carriereL’Organismo congressuale forense (Ocf) in un comunicato stampa ha scritto di sostenere «con convinzione la riforma costituzionale» voluta da Nordio, perchè «la creazione di due Consigli Superiori della Magistratura giudicante e requirente, autonomi e indipendenti, è garanzia di terzietà del giudice. Si deve porre fine all'evidente anomalia che vede pubblici ministeri e giudici accomunati nello stesso organo di autogoverno con conseguente influenza decisionale reciproca su progressioni in carriera, trasferimenti, assegnazioni, conferimento di incarichi dirigenziali e procedimenti disciplinari. Non regge la tesi semplicistica dell'Associazione Nazionale Magistrati che ritiene pericolosa la riforma, oltre che non risolutiva degli annosi problemi della giustizia penale». Giudici di paceL’Aiga, l’associazione dei giovani avvocati, ha chiesto al ministro Nordio di prorogare il termine dell' entrata in vigore delle nuove competenze dei giudici di pace, oggi fissato al novembre 2025. Da questo momento, una buona parte di contenzioso dovrebbe passare ai giudici onorari che, secondo gli avvocati, «hanno i propri ruoli già sovraccarichi».Per ovviare, l’Aiga ha proposto di trasferire alla professione forense l'emissione delle ingiunzioni di pagamento, liberando la giustizia di pace dal peso di questi procedimenti, demandare alle Regioni l'organizzazione della Giustizia di pace per sopperire alla carenza di personale amministrativo e attribuire agli avvocati una gran parte delle competenze oggi affidate agli ufficiali giudiziari. Infinem propone di «privatizzare» gli uffici notifiche esecuzioni e protesti, affidando le loro competenze ad un libero professionista. «Questa iniziativa, se concretizzata consentirebbe di ricollocare molti operatori del comparto Giustizia, presso gli uffici dei giudici di pace e dei tribunali, senza alcun aggravio per la spesa pubblica», ha detto il presidente Carlo Foglieni.Proroga dei termini per gli organismi di mediazioneIl Cnf e l’Ocf hanno incontrato i vertici del ministero della Giustizia in merito alla materia della mediazione. Le parti forensi avevano chiesto la proroga del termine previsto dall'art. 42 del D.M. 150/2023, introdotto dalla riforma Cartabia, per l'adeguamento ai requisiti di iscrizione degli Organismi di Mediazione e dei mediatori.In una nota il Cnf ha fatto sapere che il ministero, «considerata la fondatezza della istanza proposta dall'avvocatura, stante la recente attivazione della piattaforma ministeriale ed in vista delle modiche previste dal correttivo del D.Lgs. 149/2022, ha accolto la richiesta di differimento, chiarendo che sta valutando le misure più opportune per rendere meno complessa la disciplina per la regolarizzazione degli Organismi di Mediazione, tra cui quelli previsti dagli artt. 4, 5 e 6, del D.M., che sono attualmente in fase di revisione nell'ambito del correttivo del D.Lgs. 28/2010».Nordio a KievIl ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è andato in visita a Kiev per parlare di lotta a corruzione, estradizioni e progetti di cooperazione in ambito penitenziario. «L'Italia continua a essere vicina all'Ucraina e ribadisce il suo massimo sostegno sul piano della cooperazione giudiziaria con Kiev», ha dichiarato nell’incontro con il suo omologo Denys Maliuska.Sul tema delle estradizioni, Maliuska ha ricordato le richieste avanzate da parte ucraina, molte delle quali sono state rifiutate dall'Autorità giudiziaria italiana. Nel sottolineare l'autonomia e indipendenza della magistratura, Nordio ha assicurato il suo massimo impegno per fare avanzare questo dossier. Nordio ha poi consegnato a Maliuska una proposta per un programma di formazione a beneficio del settore penitenziario ucraino, elaborata dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria: «L'Italia si rende disponibile a formare gli operatori penitenziari ucraini, aggiornandoli agli standard europei».Da notare che, in questo momento, proprio il settore penitenziario è quello in maggiore difficoltà in Italia ed è atteso ormai da tempo un provvedimento da parte del ministero per gestire il problema del sovraffollamento.Il Csm torna su MescoliniL’ex procuratore capo di Reggio Emilia, Marco Mescolini, è stato proposto dalla quinta commissione del Csm come procuratore della Repubblica di Pesaro. Questa designazione, che dovrà comunque essere confermata dal plenum, è la conseguenza dell’annullamento, da parte del Consiglio di Stato, del provvedimento del Consiglio superiore che a febbraio 2021 aveva trasferito d'ufficio il magistrato, all'epoca procuratore di Reggio Emilia, per incompatibilità ambientale, e la successiva archiviazione del procedimento da parte del Csm. Il caso è stato uno degli strascichi delle vicende legate a Luca Palamara e ora Mescolini deve essere reintegrato nelle funzioni in un ufficio analogo a quello in cui si trovava a Reggio Emilia, che ora è stata assegnata a Gaetano Paci. A Mescolini sono state proposte dunque alcune sedi, tra cui Aosta, Cremona, Belluno e Catanzaro, oltre Pesaro, che è stato pm della Dda di Bologna e aveva coordinato la maxi inchiesta di ‘ndrangheta “Aemilia”. «Sono rimasto lusingato dalla proposta di Catanzaro, ma per motivi familiari e personali ho preferito optare per Pesaro, una Procura di cui tutti conoscono la qualità e la preparazione del personale che vi lavora», ha detto Mescolini.Il seminario dell’AnmSi è svolto oggi a Milano un convegno tra accademia, scienza e magistratura per affrontare il tema dei test psico-attitudinali per l'accesso in magistratura. Ad aprire i lavori il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia, poi quattro le sessioni fino al pomeriggio. Fra i partecipanti i componenti della Giunta esecutiva centrale Elisabetta Canevini ed Enrico Infante, oltre al segretario dell'Unione internazionale magistrati Giacomo Oberto, alla componente del Csm Bernadette Nicotra e alla presidente della Scuola Superiore della magistratura Silvana Sciarra. Il seminario può essere riascoltato su Radio radicale e su youtube.Cassano sui femminicidiLa prima presidente di Cassazione, Margherita Cassano, è intervenuta in audizione presso la commissione parlamentare d’inchiesta sui femminicidi e ha detto che «La stesura di un Testo Unico in questo momento sarebbe un'operazione complessa e rischiosa, per la quale si renderebbe necessario molto tempo e grande cautela per evitare che uno strumento di razionalizzazione, tale nelle intenzioni del legislatore, possa essere veicolo di ulteriori ritardi, confusioni e lungaggini per la complessità dell'interpretazione». Ha aggiunto che «In questo momento forse abbiamo bisogno di affinare tutti gli ambiti da un lato dell'interpretazione, dall'altro della nostra formazione complessiva, supportata dalla Scuola e dal Csm, che si stanno muovendo. Abbiamo anche bisogno che si affinino parallelamente anche le competenze degli avvocati, soprattutto nella conduzione degli esami dibattimentali della parte offesa, che non devono mai travalicare in forme di mancanza di rispetto alla dignità della donna e non devono mai tradursi nella formulazione di domande non consentite riguardo l'ambito strettamente personale di ognuna».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia MerloMi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
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