Ucraina, la guerra avviene anche su Twitter: ecco come Kiev reagisce con meme e gif

2024-12-05

USA, Biden cita General Motors e Ford, ma non Tesla. Elon Musk non ci staUna delle immagini della campagna di Avvenire "Altre mete?Guglielmo Raccontaci la tua" - Lo scatto al Dynamo Camp di Limestre, il "sentiero infinito" del Terzo Paradiso di Pistoletto realizzato con i bambini COMMENTA E CONDIVIDI Ci siamo. È tempo di partenze e di vacanze. Avete scelto dove andare? Negli ultimi mesi abbiamo raccontato sul sito e fra le pagine di Avvenire alcune mete, “altre mete”, pensando a piccoli luoghi delle meraviglie, viaggi sostenibili e percorsi a passo lento, fuori dalle rotte del turismo di massa. Mete che sono mete e nello stesso tempo cammino, per un viaggiatore che non attraversa i luoghi, ma vuole viverli, in dialogo con le comunità e nello spirito dell’incontro. Con l’estate che comincia ecco l’idea: e se foste voi a dirci la vostra “Altra meta”? A raccontarci il luogo del cuore, quello dietro casa o lontanissimo nel mondo, ancora poco conosciuto, che sia uno scrigno di emozioni per voi, ma che vorreste condividere con gli altri lettori? La campagna di Avvenire "Altre mete? Raccontaci la tua" - Nelle immagini Castelbuono in Sicilia e Mergozzo in PiemonteAvvenire lancia una iniziativa tutta per voi: “Altre mete? Raccontaci la tua”. Raccoglieremo le vostre proposte che arriveranno attraverso un semplice form da compilare on line a cui si accede attraverso un Qr-code o collegandosi direttamente al link formvacanze.avvenire.it/form/. Vedrete sul giornale, da oggi e nelle prossime settimane, degli spazi promozionali che lo ricorderanno, una campagna caratterizzata da diverse immagini di luoghi in linea e nello stile di questo percorso: dal borgo di Castelbuono nel Palermitano ai riflessi del lago di Mergozzo in Piemonte, dalla campagna italiana e i cammini a posti speciali come Dynamo Camp a Limestre dove bambini affetti da malattie croniche possono vivere insieme alle loro famiglie delle vacanze nel segno della terapia ricreativa. Qui si trova un sentiero colorato che disegna l’infinito del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. Come metafora di un viaggio senza confini. Per tutti. Fra terra e cielo. Ecco, lasciatevi ispirare e partecipate raccontandoci la vostra “altra meta”. I testi con le mete più curiose, belle, emozionanti saranno pubblicati nel corso dell’estate sul sito di Avvenire. Topolò, Friuli Venezia Giulia, al confine con la Slovenia - La meta del direttore di Avvenire, Marco GirardoAd aprire il sentiero e condividere con noi la sua “Altra meta”, è il direttore di Avvenire, Marco Girardo, che ci porta a Topolò. Una città dei fumetti? Per niente. “Superato di poco Cividale del Friuli, da Ponte San Pietro la strada si affanna tra boschi di faggio e castagni, attraversa Grimacco e muore al confine – scrive Girardo -: solo un pugno di case bianche, adagiate sull’ultimo monte, fanno da piantone alla frontiera con la Slovenia. Già il nome del borgo sulla segnaletica verticale – Topolò in italiano, Topolove per chi parla sloveno – riesce ad accendere l’immaginazione. Per quasi trent’anni, fino al 2022, il minuscolo borgo a rischio estinzione, è stato teatro a cielo aperto di uno dei Festival più innovativi d’Europa, la 'Stazione di Topolò – Postaja Topolove', in cui arte, immaginazione e ricerca si sono incrociati restituendo vita al minuscolo paese, diventato un generatore inesauribile di storie che, grazie alle installazioni lasciate dagli artisti, possono essere ripercorse. La Stazione è nata anche per demolire lo sbarramento occulto in cui, per uno dei tanti paradossi della storia, gente di margine con i cromosomi da ambulanti si è trovata rinchiusa: “El cielo non tiene frontera” sta scritto nel cippo oltre il campanile del borgo, dove la terra è di nessuno, opera di un artista bellunese che dentro vi ha cementato una macchina fotografica nel suo ultimo scatto simbolico alle stelle”.L’aurora boreale alle isole Lofoten, nel nord della Norvegia - La meta del fotografo di viaggio Stefano TiozzoAbbiamo chiesto uno spunto anche ad altri amici e osservatori speciali. Come il fotoreporter di viaggio Stefano Tiozzo che ogni settimana ci conduce agli angoli del mondo. La sua “meta del cuore, fin da quando ho mosso i miei primi passi da viaggiatore non è un posto preciso. Semmai è un fenomeno, una condizione, che rende una meta del cuore qualunque posto dove sia possibile assistervi: sto parlando dell’aurora boreale, in assoluto lo spettacolo più divino a cui si possa assistere sul nostro pianeta. Non c’è tramonto, paesaggio o esperienza al mondo che possa eguagliare il turbinio di emozioni che si scatena nel cuore alla vista delle 'luci del nord' che danzano da una parte all’altra del cielo, delle volte mostrando appena una piccola banda di flebile luce, altre volte investendo l’intero firmamento di una scarica di colori degni del miglior film di fantascienza. Ho avuto la fortuna di vedere l’aurora boreale danzare sui cieli di Islanda, Svezia, Norvegia, Finlandia e Russia, e ogni volta che l’ho vista apparire, il posto dove mi trovavo diventava la mia meta del cuore. Se solo avessi potuto vedere quella storica aurora boreale che hanno visto in tutta Europa, persino in Italia nella notte del 10 maggio di quest’anno…avrei sicuramente una meta del cuore in più da aggiungere alla mia lista”.Il centro barocco di Modica. Qui il Duomo di San Pietro - La meta del cantautore Giovanni CaccamoNelle prossime settimane inviteremo e coinvolgeremo anche artisti, scrittori, atleti perché ci raccontino le loro mete. Al volo, in un giro di musica, raccogliamo quella di Giovanni Caccamo (che il 2 luglio a Grado parteciperà alla festa di Avvenire): il cantautore ci porta nella sua terra d’origine, il Sud-Est della Sicilia, “Modica e tutti gli Iblei. Con posti del cuore 'gustosi' come l’Antica Dolceria Bonajuto dove tutte le volte che torno a casa mi rifugio per mangiare la cioccolata, i cannoli e le granite, posto straordinario che trasuda di cultura e di sapori. Oppure la Taverna Nicastro, pazzesca, dove si mangiano tutti i piatti della tradizione. Ma c’è un posto mio. Proprio mio. Ed è la casina di campagna dei nonni, a Frigintini, dove godere di un ricarica universale. Con le mucche e gli alberi di carrubo. Per me è linfa vitale”.Adesso aspettiamo le vostre “altre mete”. In una estate di viaggi e di racconti.

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