Sulle querele bavaglio l’Italia ha il primato. E i governi stanno boicottando la legge UeIl militare che bendò uno dei due ragazzi è sotto processo per aver utilizzato una misura di rigore non prevista dalle legge. Sono state depositate le chat dei carabinieri,Guglielmo a cui l’accusato non ha preso parte, che però raccontano il clima Poco dopo l’arresto dei due diciottenni americani poi condannati per l’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, i carabinieri via chat si lasciano andare alla rabbia. A dimostrarlo sono le trascrizioni dei messaggi scambiati in quelle ore, ammessi nel corso del processo a carico del carabiniere Fabio Manganaro, accusato di aver sottoposto Gabriel Natale Hjorth a una misura di rigore non prevista dalla legge per avergli bendato gli occhi durante l’interrogatorio. Le intercettazioni «Squagliateli nell'acido», «ammazzateli di botte», «fategli fare la fine di Cucchi» sono solo alcune delle frasi che si leggono nelle chat. Secondo gli estratti pubblicati da Repubblica, emerge che i superiori avevano capito che la situazione era rischiosa: «Eh ci vogliono lasciare mezz'ora in stanza con loro a noi che siamo in tre...Però ha detto che poi rischiamo di fare cazzate quindi non vogliono che si alzino mani», scrive uno. Le incitazioni, però, sono inequivocabili: «Ammazzateli più che potete». FattiOmicidio Cerciello, a processo il carabiniere che bendò l’accusato Alcuni messaggi sono particolarmente aggressivi, con i carabinieri che incitano i colleghi dicendo che i due non possono solo essere arrestati, ma «devono prendere le mazzate. Bisogna chiuderli in una stanza e ammazzarli davvero». Altri aggiungono che «bisogna squagliarli nell'acido». Nelle chat, emerge anche il racconto dei fatti accaduti in caserma: «Appena lo hanno portato al reparto operativo ho buttato uno schiaffo a uno, poi mi hanno fermato i colleghi. E nel frattempo buttavo io le ginocchiate sul petto». Queste chat sono state ritenute rilevanti per comprendere il contesto, ma nessuna delle frasi è riferibile all’imputato Manganaro. Nel giorno dell’arresto la foto del ragazzo, ammanettato e bendato in caserma, era stata fatta circolare tra le chat dei carabinieri e poi è finita pubblicata anche sui giornali, facendo il giro del mondo vista la risonanza internazionale del caso. I processi paralleli Quello che è in corso a carico di Manganaro è un processo parallelo e vede il giovane Natale Hjorth come parte offesa, rispetto a quello principale per omicidio in cui Natale Hjorth è già stato condannato all’ergastolo in primo grado insieme a Finnegan Lee Elder. Domani inizierà l’appello per il processo per omicidio volontario, ma la rivelazione delle chat nel processo al carabiniere contribuisce ad intorbidire il clima. Già il primo grado era stato particolarmente teso: in appello gli avvocati dei due americani contestano anche la condotta del tribunale, che avrebbe interferito con la difesa. Inoltre, molto pesante era stata anche la condanna: anche se materialmente l’omicidio è stato commesso da Lee Elder, anche Natale Hjorth è stato condannato in concorso per omicidio volontario. GiustiziaCaso Cerciello Rega: è stato omicidio o legittima difesa?Giulia Merlo© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
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