Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 175MASSIMILIANO COCCIA,VOL SAPRO' DIREIL TUO NOME (INDUSTRIA & LETTERATURA, PP. 56, EURO 10). Trentapoesie e una ricerca, come recita il sottotitolo del libro,rappresentano la scelta inusuale di Massimiliano Coccia diraccontare luoghi, emozioni, quasi fermandole nel tempo e nellospazio. Con "Saprò dire il tuo nome" Coccia, giornalista deLinkiesta basato a Bruxelles e già autore di "Amen", ha sceltodi cambiare totalmente genere addentrandosi con i suoi versi, inuna Roma spesso estiva e torrida, che ha fatto spesso dascenografia in passato al suo lavoro di cronista giudiziario. È la Roma degli spacciatori, dei criminali, delle antichitàrimaste come vestigia di un passato che non tornerà. Non c'è unaricerca di consolazione o innamoramento per il disagio semmai lapresa d'atto di una non comunicabilità ormai irreversibile. Perl'autore la poesia sembra rivestire la stessa funzione che ebbeper Carlo Emilio Gadda di "plasma germinativo" come primosguardo sulle cose da raccontare. "Ci stringiamo/ tra ossarotte/ dentro un buio d'ottobre dentro una domenica/ di pace/ diun sole giovane/ in cui mi parli/ in cui mi ascoltiin cui capiamo/ l'inganno raccontato/che per essere amore/sideve solo patire", scrive Coccia in una delle sue poesie. Lascelta del teatro di posa di questi versi è il Verano, ilcimitero dei romani, "i vivi e i morti" sembrano dialogare traqueste pagine in cui l'amore arriva come un'amnistia. Se infatti per i poeti degli anni '90 il sentimento è unorpello problematico per Coccia è un approdo, riprendendo cosìun tema poetico utilizzato da Primo Levi e poi dismesso nelcorso dei decenni. "Di poeti simili ne ha bisogno il nostropanorama, di voci libere, sincere", scrive nella prefazioneDaniele Mencarelli. Riproduzione riservata © Copyright ANSA
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