Genova, incidente nella notte: auto investe pedoneGli animatori che hanno partecipato al corso di formazione "La Montanina" - Matteo Fabris VOL- Fom COMMENTA E CONDIVIDI Di ritorno dal corso residenziale per animatori chiamato “La Montanina” (ex Capizzone), considerato da molte persone che l’hanno vissuto come una delle esperienze più importanti della loro crescita, mi chiedevo come fosse possibile che per alcuni fosse stata significativa, per altri invece non avesse lasciato traccia. La mia domanda non aveva come obiettivo quello di indagare sulla bontà della proposta, ma sul valore delle esperienze: quali caratteristiche deve avere un’esperienza che fa crescere veramente? Perché una stessa esperienza può avere valori diversi per ciascuno dei ragazzi?Per rispondere mi sono rifatto alle ricerche svolte per sviluppare la proposta pastorale “Attraverso”, che ha identificato quattro caratteristiche che descrivono un’esperienza significativa.Per rispondere alla prima domanda, prendo come esempio l’oratorio estivo, che molti adolescenti stanno vivendo in questo periodo. L’oratorio estivo dura mediamente un mese, in questo mese ciascuno è totalmente impegnato a stare con i ragazzi. Questa è la prima caratteristica, cioè l’essere continua nel tempo. La seconda caratteristica è che durante questi giorni ci si ritrova a risolvere molti problemi: bambini che non giocano, attività da organizzare, conflitti con gli altri animatori… L’esperienza ti chiede di risolverli con diverse soluzioni, ma tutte alla tua portata: un’esperienza è problematica.Un’altra caratteristica bellissima dell’oratorio estivo è quella di essere complessa: coinvolge cioè tutti i sensi, l’intelligenza, il corpo, le emozioni, non lascia indietro niente di noi stessi! Infatti tra animazioni, relazioni con ragazzi, animatori e adulti, durante l’estate siamo coinvolti totalmente!Ultimo passaggio: l’esperienza deve essere reale, cioè legata alla nostra vita, a ciò che conosciamo e sappiamo fare. Ognuno ci mette le sue qualità e i suoi talenti!Ma perché, quindi, una stessa esperienza per alcuni è significativa e per altri no? Perché è necessario che ciascuno ci metta del suo, utilizzando, metaforicamente, due strumenti: il primo è la lente di ingrandimento, che richiama l’attenzione da avere in quello che si fa, il secondo è il taccuino. Come un investigatore della sua vita, l’animatore ha bisogno di prendere appunti e annotare ciò che è stato significativo per lui o per lei. Certo è chiaro che queste due caratteristiche hanno bisogno di essere supportate da educatori, insegnanti, genitori: una bella sfida! * Responsabile Area Adolescenti Fondazione Oratori Milanesi (Fom)
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