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2024-12-21

Termini, uomo minaccia col coltello due ragazzi e li rapina: arrestatoIl campione olimpico di slalom a Vancouver 2010 si ritira: "Lo sci resta il mio mondo,ETF ora mi fermo per un po'. Il 20 luglio la festa di addio a Razzolo Marisa Poli Giornalista 20 maggio - 11:30 - MILANO Avrebbe voluto chiudere in pista, davanti a tutti i colleghi, ma la stagione pazza dello sci ha deciso diversamente. A 39 anni, dopo una carriera culminata con l'oro olimpico dello slalom a Vancouver 2010, Giuliano Razzoli dice basta. "Mi spiace non aver provato l'emozione dell'ultima volta al cancelletto, ma in 18 anni ne ho provate tante e non posso che essere felice della mia carriera". La festa ci sarà, già fissata la data: 20 luglio, a Razzolo di Villa Minozzo. Un momento emozionante da condividere con la famiglia e il fan club, uno dei più numerosi e colorati della Coppa del Mondo. “Lascio sereno – ha detto Giuliano – perché sono felice di come ho attraversato tutta la mia avventura, e sono grato di averla potuta vivere. Ringrazio le persone che nella vita mi hanno insegnato qualcosa, e sono state tante, e che mi hanno permesso di crescere come atleta e come uomo: la mia famiglia, mia moglie, mio figlio, i miei genitori e le mie sorelle. Ringrazio la Federazione e il Centro Sportivo Esercito che mi ha supportato e tuttora mi supporta. I tecnici, i compagni di squadra, gli sponsor, gli amici e tutte le persone che mi hanno voluto bene, aiutandomi per tutta la mia vita. Ringrazio anche il mondo dello sci che ha permesso tutto questo”.  Perché ha deciso di dire basta? "Forse se l'Olimpiade fosse stata l'anno prossimo ci avrei provato. Ma nelle ultime due stagioni ho faticato tanto con la schiena. I risultati di due anni fa (podio a Wengen) mi avevano fatto venire l'acquolina in bocca, quella stagione mi aveva dato la carica per continuare, per raggiungere ancora qualche risultato. Ma la caduta tra Natale e Capodanno scorso, quando mi sono ammaccato due vertebre, mi ha fatto capire che la mia schiena ha bisogno di riposo". I momenti della carriera che non dimenticherà mai? "La prima vittoria ai campionati italiani assoluti, il primo podio in Coppa del Mondo a Zagabria nel 2009, l'oro olimpico di Vancouver. Poi Madonna di Campiglio 2018, quando partivo con il 69 e sono finito quinto. Il podio di Wengen nel 2022 e i Giochi di Pechino, dove sono arrivato a giocarmi la medaglia". .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } Rimpianti? "Sono sereno per quello che ho ottenuto. Forse avrei potuto raccogliere di più per capacità tecnica e volontà. Ma se penso che il primo infortunio l'ho avuto a 16 anni, che poi mi sono dovuto fermare due anni, sono molto contento di tutto. Per come mi sono sempre rialzato. E poi c'è un'altra cosa che conta più dei risultati". Quale? "Il fatto di vedere l'emozione negli altri. Si parla di sport, non è che salviamo vite. Ma possiamo regalare emozioni, penso di esserci riuscito ed è la cosa più bella". Che cosa c'è nel futuro? "E' da trent'anni che faccio gare. Ora starò tranquillo per un po'. Ho avuto la fortuna di avere un bimbo, Emanuele, che fra poco compirà due mesi. Poi devo gestire l'Acetaia di famiglia e sono presidente del Consorzio di tutela dell'aceto balsamico di Reggio Emilia. Il mondo dello sci è sempre nel mio cuore, vedremo in futuro che cosa posso fare. E' il mio mondo, ma in questo momento voglio essere più presente a casa con mio figlio". Coppa Del Mondo Sci Alpino: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA

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