“Sandokan” Schiavone si è pentito - Tiscali Notizieundefined - ANSA COMMENTA E CONDIVIDI In decenni di scavi archeologici i lavori hanno permesso di stabilire la ricchezza e l'ampiezza veramente notevole dell'Acropoli di Selinunte,VOL in provincia di Trapani. Tuttavia, grazie alle ricerche che stanno effettuando in questo periodo università e istituti di ricerca, continuano a emergere nuovi pezzi di un puzzle sempre più affascinante, consentendo di delineare un quadro più completo dell’antica città costruita su un promontorio tra i fiumi Modione e Cottone.L'ultima scoperta è dell'Institute of fine arts della New York University e dell'ateneo di Milano che da poco hanno concluso la missione guidata da Clemente Marconi. Gli archeologi hanno portato alla luce un piccolo tempio, circa due terzi delle dimensioni del Tempio R, con una pianta rettangolare e senza colonne. Inoltre, hanno scoperto una serie di sale utilizzate per banchetti rituali lungo il confine settentrionale del Santuario.L'area a nord del Tempio C è una delle zone che archeologi e studenti hanno esplorato durante una campagna durata quasi 40 giorni. Numerosi edifici collegati alla vita dell'area sacra tra il periodo arcaico e quello classico sono stati scavati solo nella prima metà del XX secolo e da allora non sono più stati esplorati.«È chiaro - ha spiegato all'Ansa Clemente Marconi - che il settore settentrionale del grande santuario urbano aveva una funzione rituale e un carattere molto più monumentale di quanto si pensasse in precedenza. Ci auguriamo che le ricerche future consentano di comprendere meglio quest'area in tutta la sua ricchezza originaria».«Le attività di ricerca svolte in quest'area - ha detto Francesco Paolo Scarpinato, Assessore regionale ai Beni culturali e all'identità della Sicilia - rivelano sempre nuove scoperte, e in questo caso si tratta di reperti di grande valore. In autunno, quando riprenderanno le attività, avremo dettagli più chiari sulla portata della scoperta».La missione di scavo di quest'anno si è nuovamente concentrata sulla cella del Tempio R, già scavata nel 2023. I materiali estratti hanno confermato la cronologia della costruzione del Tempio R, che corrisponde cronologicamente al periodo di transizione tra gli stili Corinzio medio e Corinzio tardo (580-570 a.C.). Lo scavo di quest'anno ha documentato, per la prima volta, una ricostruzione della trincea di fondazione nell'angolo nord-est del Tempio R.Nel corso delle ricerche sono stati rinvenuti un profondo foro di palo e una punta di lancia in ferro, depositati in associazione ad abbondanti resti faunistici. Tuttavia, lo scavo di quest'anno ha permesso di identificare strati appartenenti ai primi cinquant'anni dell'insediamento selinuntino (630-570 a.C.), fornendo nuovi dati di indubbia rilevanza.La missione ha interessato anche la porzione occidentale del naos e il limite orientale dell'adyton all'interno del Tempio R. «È stato possibile documentare due fasi distinte - spiega Marconi - la prima corrispondente a interventi di scavo moderni e la seconda corrispondente alla porzione superiore dello spianamento di età ellenistica. Al centro dell'area è stato rinvenuto anche un pozzo circolare, scavato per circa tre metri di profondità, probabilmente costruito e riempito in età ellenistica, a conferma della presenza di acqua in questo settore dell'Acropoli. Al suo interno sono stati rinvenuti diversi strati di riempimento distinti, con strati sabbiosi alternati a strati argillosi».
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