Giuseppe Conte: "I dazi di Trump ci farebbero molto male"La situazione è peggiorata. Più il Giubileo 2025 si avvicina e più sale l’allarme degli imprenditori dei settori accoglienza e ristorazione. Alberghi,Guglielmo bar e ristoranti non cercano più clienti ma lavoratori. Secondo gli ultimi dati raccolti dall’osservatorio Fiepet Confesercenti di Roma e Lazio mancano all’appello oltre 50 mila tra chef, cuochi, camerieri, lavapiatti e addetti all’accoglienza alberghiera.Emergenza lavoroAd aprile 2024 era arrivato il primo allarme. Secondo l’osservatorio Fiepet mancavano all’appello 44 mila lavoratori. Questo dato è peggiorato nel giro di pochi mesi, aumentando di 6.000 unità. Questo vuol dire che anche quelle aziende che avevano trovato le figure professionali richieste le hanno viste andar via. “Un problema sentito da anni – spiega a RomaToday il presidente della Fiepet Confesercenti Roma e Lazio, Claudio Pica - ma che ora rischia di rappresentare una vera e propria emergenza anche perché va ad impattare con uno dei grandi eventi che dovrà ospitare la Capitale, ovvero il Giubileo 2025”.Giubileo 2025Non c’è quindi solo il periodo estivo, ormai entrato prepotentemente nel vivo. Si teme che al momento dell’apertura della Porta Santa, quando in città arriveranno 35 milioni di turisti, bar, ristoranti ed alberghi non siano in grado di offrire ai clienti il giusto servizio. Neanche i protocolli d’intesa, come quello sottoscritto dalla Fiepet con l’istituto alberghiero Pellegrino Artusi di Roma, ha mitigato i problemi. “Serve una collaborazione con le istituzioni per reperire il personale” spiega Pica.Un osservatorio per il GiubileoI problemi non finiscono qui. I cantieri per il Giubileo 2025 stanno mettendo in difficoltà molti esercenti di Roma. Una volta finite, le opere porteranno certamente dei benefici ma, per adesso, serve tenere duro. “Come associazione di categoria e come pubblici esercizi siamo pronti a fare la nostra parte – spiega ancora Pica come fatto anche nel corso dell’evento “Turismo e Giubileo” in Campidoglio - perché è evidente che serve uno sforzo comune da parte di tutti per mettere in campo una strategia che prosegua l’onda lunga degli effetti positivi di un’opera una volta realizzata. Questo permetterebbe a Roma Capitale e alle imprese della filiera ristorativa, turistica e dell’ospitalità di essere più attrattivi”.Da qui l’idea di istituire “un osservatorio o un tavolo di lavoro permanenti sulle grandi opere per la città tra associazioni di categoria e Istituzioni. Un intervento infrastrutturale – continua Pica - deve essere sostenibile sia economicamente che in relazione all’impatto urbano visto che i grandi eventi determinano una forte concentrazione di flussi di visitatori e del volume di traffico. Fare programmazione diventa dirimente, progettare opere per migliorare il contesto territoriale, economico, occupazionale, sociale e della qualità della vita dei cittadini”.
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