Coronavirus, il pugno duro di De Luca: in arrivo nuova ordinanzaNon riesce più a camminare,BlackRock a parlare, a deglutire e a respirare in maniera autonoma. Tutto per colpa della Sla, che da 22 anni costringe Apollonia D'Arienzo a stare in un letto della sua casa a Cava de' Terreni (Salerno). Ma, in tutti questi anni, non si è mai arresa. Ha continuato a comunicare con il corpo, grazie al battito delle ciglia che ha preso il posto delle parole. In questo modo è riuscita a scrivere libri, poesie, a fondare un'associazione di volontariato e a organizzare eventi. Ma, adesso, la malattia la sta consumando sempre di più e la donna desidera soltanto chiudere gli occhi per un'ultima volta: «Lasciatemi morire, mi sento abbandonata. Voglio l'eutanasia».La diagnosi e le difficoltà economicheLa diagnosi della Sclerosi Laterale Amiotrofica è arrivata a 32 anni, quando Apollonia gestiva una scuola di danza. I medici le avevano dato soltanto due anni di vita, ma oggi ne ha 63 racconta La Stampa. E alle difficoltà quotidiane, adesso, si sono aggiunte anche quelle economiche. L'assegno di cura è stato bloccato e la famiglia, da sola, rischia di non farcela.Un anno fa la sua associazione Gli amici di Lola (nome scelto per il suo nomignolo) si è rivolta ai ministri della Salute e per la Disabilità. Ma, fino a ora, non c'è stata nessuna svolta. «Questo ritardo – ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali di Cava de’ Tirreni, Giovanni Del Vecchio – non è ascrivibile alla regione o ai comuni. Il programma degli assegni di cura è regionale, ma il fondo è ministeriale e il governo non ha ancora operato questo trasferimento». Si tratta di un sistema realizzato per chi ha bisogno di cure 24 ore su 24. Ma per la 63enne, per il momento, nessuno dallo Stato si è mosso. «La voglia di lasciarsi andare»La famiglia di Apollonia D'Arienzo ha paura di non riuscire a sostenere i costi delle cure. La spesa mensile per la donna ammonta a più di tremila euro. A parlare è anche la sorella, Maria Rosaria: «Da quattro mesi ci hanno tolto anche l'assegno di cura, che erano 1000 euro che già erano una goccia nell'oceano. Ogni tanto mi parla di essere stanca e di voler andare all'estero, ma sa che sono contraria».Apollonia D'Arienzo, in questi anni, è riuscita a trovare la forza nelle parole. Grazie al movimento degli occhi e all'utilizzo di un computer di sopporto, ha scritto opere che raccontano il proprio dolore, la fine del suo matrimonio e l'amore per suo figlio, che oggi le sta accanto. Ma sente, giorno dopo giorno, le forze mancare. Vorrebbe andare all’estero, in una struttura specializzata per il fine vita: «La mia vita è stata un inferno, sono stanca di combattere. Alcune volte credo che sia l'unico modo, sono quasi trent'anni di malattia e di lotte. Sono stanca». Ultimo aggiornamento: Giovedì 8 Agosto 2024, 13:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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