Violenza sessuale a Rodi: turista inglese stuprata in albergo da quattro uominiUna quindicina di daini morti in un terreno agricolo che lambisce l’Oasi WWF di Macchiagrande,analisi tecnica a Fregene. Sono tanti gli esemplari rinvenuti privi di vita. Tanti da meritare l’attenzione del comune di Fiumicino che, sul caso, ha deciso di convocare un tavolo tecnico con la riserva del Litorale romano, la regione Lazio, il ministero dell’ambiente e la stessa Oasi del WWF. Un appuntamento utile per chiarire “il giallo” della morte di questi esemplari. I daini morti a FregeneLe carogne dei daini non sono state trovate tutte insieme. “I primi casi risalgono all’inizio di agosto e ce ne siamo accorti perché l’area agricola confina con la riserva. Poi sono continuati per un paio di settimane, coinvolgendo una quindicina di animali” ha spiegato a Romatoday Andrea Rinelli, il direttore dell’oasi WWF di Fregene e Macchiagrande. Qual è la causa di questa moria? “Ci sono varie ipotesi al vaglio. Molti di questi animali non presentavano segni di predazione e questo aveva lasciato pensare ad un avvelenamento. Ipotesi scartata dalle analisi effettuati dalla Asl Rm3. Nello stomaco dei daini sono però state trovate molte patate, tuberi che non sono abituati a mangiare. Si tratta per lo più di residui colturali, di tuberi non raccolti rimasti per giorni e giorni al sole, di cui potrebbero aver fatto indigestione”.Alcuni degli esemplari trovati privi di vita, però, presentavano segni di predazione. “Potrebbero essere stati attaccati da lupi o, presenti qui nella riserva, ma è possibile che possano essere stati attaccati anche da un ibrido, frutto dell’incrocio di lupi con qualche cane randagio. Circola un video – ha spiegato il direttore dell’oasi – in cui si vede un canide di grosse dimensioni, nero, più grande del solito lupo appenninico, che li insegue”. Si tratta di un “super lupo”? A supportare questa suggestione ci sono delle impronte rinvenute nella zona dove i daini sono morti. Ma è un’ipotesi che, chi studia i lupi nel territorio, rifiuta categoricamente.Né cani né lupi: gli ibridi proliferano.No all'ipotesi del super lupo“Si sta diffondendo un inutile allarmismo, tra l’altro basato sul fatto che siano state trovate impronte di 12 centimetri. Sono assolutamente compatibili con quelle che può lasciare un lupo adulto anche perché la dimensione va messa in relazione anche al substrato del terreno che, se è morbido, tende a farle sembrare più grandi” ha spiegato il naturalista Marco Antonelli, da anni impegnato nel monitoraggio dei lupi dell’oasi di Castel di Guido e della riserva del Litorale Romano. “Il branco del litorale romano è composto da cinque esemplari, sui cui sono state fatte delle analisi genetiche. Sono tutti puri anche se, tra loro, ce n’è uno con il mantello più scuro”ha fatto sapere l'esperto.Niente ibridi quindi? “Non ci sono super lupi, incrociati con cani di grossa taglia. Quello he hanno ripreso è probabilmente l’esemplare più scuro del branco- ha chiarito Antonelli - Tra l’altro, a proposito di inutili allarmismi, vorrei sottolineare che i daini con segni di predazione sono una minoranza rispetto a quelli trovati morti”. Potrebbero essere stati attaccati dai lupi, quindi, oppure morti per altre cause che ancora non sono state individuate. A sciogliere i nodi di questo “giallo estivo” dovrà provvedere il tavolo tecnico convocato dal comune di Fiumicino. “Ci sarà tra pochi giorni” ha fatto sapere il direttore dell’oasi di Macchiagrande. Ancora un po’ di pazienza.
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