Escursionista investita da un masso davanti agli amici morta a 34 anni: «Prima un boato, poi una scarica di sassi»Svolta senza precedenti per le autostrade italiane. Stavolta non c’entrano le curve ma la decisione del governo Meloni di prevedere che una parte dei pedaggi delle superstrade a pagamento del paese non vada più ad arricchire le casse dei grandi gruppi di concessionari,analisi tecnica anche internazionali, ma finisca direttamente in quelle dello stato.Ad annunciare la novità è lo stesso ministero delle Infrastrutture e dei trasporti in una nota sul proprio portale ufficiale. In particolare, il dicastero guidato da Matteo Salvini fa sapere che il Consiglio dei ministri del 26 luglio ha dato il proprio via libera al ddl Concorrenza che, tra gli altri, regola proprio anche il tema delle concessioni autostradali.Come ha spiegato il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega, l’obiettivo fissato dall’esecutivo è quello di realizzare opere pubbliche e tenere sotto controllo i pedaggi. D’altronde, come fa notare l’agenzia Ansa, ai microfoni di Antenna 3 Salvini appena ventiquattro ore prima aveva raccontato come nel disegno di legge fosse prevista “una nuova impostazione delle concessioni autostradali per rendere più facili i lavori e per regolarizzare i pedaggi che sono diversi sulle varie tratte”, aggiungendo che il governo era già da tempo “al lavoro per limitare l'aumento dei pedaggi, soprattutto su alcune strade".Quella dei pedaggi autostradali è una questione che torna spesso e volentieri a far discutere gli automobilisti e i politici italiani. Da una classifica stilata da Wired Italia nell’estate del 2023, risulta come in diversi tratti delle superstrade a pagamento essi superino abbondantemente in media 1,50 euro ogni dieci chilometri. È il caso, per esempio, della cosiddetta Brebemi, l'autostrada lunga 62,1 chilometri che collega Brescia e Milano: per percorrervi dieci chilometri servono in media 2 euro.C’è poi l'Autostrada pedemontana lombarda (Apl), lunga 21,8 chilometri, la prima a integrare il sistema Free Flow (senza caselli). Per percorrere 10 chilometri di questa strada, che attraversa le province di Varese, Como, Monza e Brianza e Bergamo, occorrono in media 1,93 euro.
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