Salvini sulla crisi di governo: "Ministro? Assolutamente sì"Roma,Economista Italiano 2 lug. (askanews) – Prosegue la crescita del trasporto aereo merci. La Iata, l’Associazione internazionale del trasporto aereo, ha reso noti i dati relativi ai mercati globali di maggio 2024, che mostrano una continua forte crescita annuale della domanda. La domanda totale, misurata in tonnellate-chilometro cargo (CTK), è aumentata del 14,7% rispetto ai livelli di maggio 2023 (15,5% per le operazioni internazionali). Si tratta del sesto mese consecutivo di crescita a due cifre su base annua. La capacità, misurata in tonnellate-chilometro cargo disponibili (ACTK), è aumentata del 6,7% rispetto a maggio 2023 (10,2% per le operazioni internazionali). “La domanda di trasporto aereo di merci – ha dichiarato Willie Walsh, Direttore Generale della Iata – ha registrato un forte aumento a maggio in tutte le regioni. Il settore ha beneficiato della crescita del commercio, del boom dell’e-commerce e dei limiti di capacità del trasporto marittimo. Le prospettive restano ampiamente positive, con i responsabili degli acquisti che si aspettano una crescita futura. Tuttavia, una certa attenuazione potrebbe arrivare con l’imposizione da parte degli Stati Uniti di condizioni più severe per le consegne di e-commerce dalla Cina. L’aumento dei costi e dei tempi di transito per le spedizioni inferiori a 800 dollari – ha concluso – potrebbe scoraggiare i consumatori statunitensi e rappresentare una sfida significativa per la crescita della rotta commerciale Asia-Nord America, la più grande del mondo”. Vanno segnalati diversi fattori nel contesto operativo: – A maggio l’indice dei responsabili degli acquisti (PMI) per la produzione manifatturiera globale e i nuovi ordini di esportazione hanno indicato un’espansione (rispettivamente 52,6 e 50,4). – La produzione industriale e il commercio transfrontaliero globale sono aumentati mese su mese in aprile (rispettivamente dello 0,5% e dell’1,5%). – L’inflazione ha presentato un quadro misto a maggio. Nell’UE e in Giappone i tassi d’inflazione sono scesi rispettivamente al 2,7% e al 2,8%, mentre negli Stati Uniti sono saliti al 3,3%. In Cina, invece, il tasso d’inflazione è rimasto vicino allo zero (0,3%) a causa della debolezza della domanda interna dovuta all’alto tasso di disoccupazione, alla lenta crescita dei redditi e alla crisi del settore immobiliare, una tendenza che persiste dal 2023. -->
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