Cosa ha cercato online Alessandro Impagnatiello prima di uccidere Giulia Tramontano

2024-12-24

Giulia Tramontano, la testimonianza dell'amante di Alessandro Impagnatiello: "Ho visto i guanti in lattice"C’era una scritta,èrealtàinvestimenti non autorizzata, fatta con lo spray nero. Troppo, troppo poco per ricordare un ragazzo poco più che maggiorenne, ucciso 35 anni fa mentre andava a vedere la “sua” Roma giocare a Milano. Il parco “Antonio De Falchi”, su via Michele Pane, è finalmente realtà. A Torre Maura, nel VI municipio, è stata svelata la targa commemorativa che sancisce, definitivamente, l’intitolazione dell’area verde al giovane tifoso giallorosso.Parco Antonio De FalchiLa prima intitolazione del parco risaliva al 2009 ma non era mai stato fatto nulla di ufficiale. Così, grazie ad un ordine del giorno presentato dal consigliere Flavio Mancini ed approvato all’unanimità da tutto il consiglio municipale, ieri, martedì 30 luglio, è stata svelata la targa dedicata ad Antonio De Falchi. All’inaugurazione erano presenti anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, la presidente dell’Assemblea capitolina, Svetlana Celli, il consigliere Mariano Angelucci, il minisindaco Nicola Franco e i consiglieri municipali Flavio Mancini, Alessio Rotondo e Fabrizio Compagnone. Presenti, ovviamente, anche i familiari di De Falchi insieme al calciatore dell'As Roma Angelino e alla ceo giallorossa, Lina Souloukou.La cerimoniaLa cerimonia è stata colorata dai fumogeni accesi dai tifosi giallorossi presenti. “Per me non è stato un pomeriggio semplice – ha spiegato Mancini - il cuore, la mente e l’anima mi hanno fatto ripercorrere la mia storia personale, un ragazzo di curva con la sciarpa al collo che è divenuto uomo”. Con la targa è stato “onorato un altro ragazzo come me che non ha avuto la possibilità di vivere la propria vita per colpa di una vile e infame aggressione mortale. Abbiamo fatto la cosa giusta, il volere di mamma Esperia per Antonio, insieme alla famiglia e al popolo romanista. Ci sono voluti 35 anni ma ce l’abbiamo fatta”.“Attraverso la storia di Antonio lanciamo un messaggio chiaro a tutti i giovani – ha detto Svetlana Celli - il calcio e lo sport devono essere sinonimo di vita e non di odio. Dobbiamo promuovere questi valori, perché tragedie come questa non si ripetano mai più. Qui oggi creiamo un luogo di memoria e riflessione, affinché i giovani possano crescere con la consapevolezza che il rispetto e l’amore per il prossimo sono alla base di tutto. Ringrazio anche il municipio VI e il consigliere Flavio Mancini che si è speso in prima persona presentando una mozione lo scorso giugno. Un grazie particolare va alla sorella di Antonio, Anna, e a tutta la sua famiglia, per la determinazione nel mantenere vivo il ricordo di Antonio”.Verso la riqualificazioneAntonio “è stato vittima della violenza negli stadi, che condanniamo fermamente - ha detto Angelucci - la violenza è l’antitesi dello sport, che, al contrario, dovrebbe racchiudere valori come inclusione, lealtà, vicinanza tra donne e uomini che condividono la stessa passione”. Ora il parco deve essere riqualificato: “Presto saranno stanziati dei fondi da parte dell’amministrazione per installare anche un’area giochi, per rendere questo parco più inclusivo e aperto a tutte e tutti, anche per i più piccoli. Siamo vicini alla famiglia, alla sorella Anna, ma questa giornata è soprattutto per mamma Esperia, che da lassù sicuramente sarà felice insieme ad Antonio”.

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