Marine Le Pen rinviata a giudizio per appropriazione indebita di fondi pubblici UeCecilia Legar I Giochi Olimpici del 2024 sono i primi nella storia ad essere corredati da asili nido e spazi per l'allattamento. Nelle gare scorse,criptovalute infatti, mai si era davvero pensato di disporre delle aule per le atlete con bambini piccoli che avessero bisogno di assistenza. Si tratta di una grande vittoria per le madri impegnate nelle competizioni. Olimpiadi, sì ad asili e stanze per l'allattamentoTra la grande mensa, gli spogliatoi e gli alloggi, questa volta in occasione delle Olimpiadi la capitale francese si è munita anche di aule per l'allattamento e di spazi dedicati ai figli degli atleti. Questo intervento è in linea con la partecipazione femminile sempre più alta. «Le attuali Olimpiadi sono le prime nella storia completamente paritarie in termini di partecipazione di uomini e donne - scrive El Mundo - Nel 1900, le donne debuttarono in questa competizione globale. Erano solo 22. Questa volta sono 5.250, tante quanto gli atleti uomini. L'inserimento di queste strutture destinate ai loro figli è il risultato di diverse azioni di protesta da parte delle donne, che hanno alzato la voce riguardo alle difficoltà di conciliazione dei Giochi Olimpici con la famiglia». Le ex campionesse che hanno lottato per gli spazi dedicati ai bambiniAd essersi battuta per questa causa è stata soprattutto Ona Carbonell, medaglia olimpica nel nuoto, che a Tokyo non aveva potuto portare con sè il figlio Kai, date le rigide norme imposte dal governo per contrastare i contagi da Covid-19. L'atleta aveva rivelato, successivamente, di aver dovuto interrompere l'allattamento e che il bambino non aveva più ripreso la nutrizione tramite il seno. Oggi Ona Carbonell si è ritirata dalle gare, ma riveste il ruolo di coordinatrice della Commissione Maternità e Sport del Comitato Olimpico Spagnolo.Con i social e tramite un documentario, in questi ultimi anni ha evidenziato tutte le difficoltà delle atlete che si esibiscono ai massimi livelli e allo stesso tempo sono delle madri. «La maternità continua ad essere un argomento tabù nello sport», ha detto l'ex campionessa a Yo Dona. La sua speranza è che ogni tabù venga abbattuto, come succede nel calcio maschile: «I calciatori hanno figli, eppure non ci si fa caso», conclude. L'altro volto che ha rivendicato la necessità di conciliare la partecipazione alle competizioni e la cura dei bambini è quello di Allyson Fenix, ex atleta americana e mamma di due figli. È lei l'ideatrice del primo asilo nido disponibile ai Giochi. «Ho capito quanto fosse difficile competere ai massimi livelli dopo aver avuto mia figlia - ha dichiarato a El Mundo - Ho voluto essere la voce delle madri atlete e togliere loro una preoccupazione, soprattutto durante le gare. Questi nuovi spazi sono luoghi dove possono giocare, dar loro da mangiare e allontanarsi dal rumore del Villaggio Olimpico». Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Luglio 2024, 19:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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