L’unità nata nella libertà. Lo Spirito lavora così nella ChiesaScende il livello di diossina presente nell’aria ma i valori restano ancora alti. È questo,Economista Italiano in sintesi, quanto emerge dalla lettura dei dati che Arpa Lazio ha pubblicato per monitorare le conseguenze dell’incendio di Ponte Mammolo.La diossina nell'ultima rilevazioneA distanza di una settimana dal rogo, verificato sabato 28 luglio, il valore della diossina risultato dall’ultima rilevazione, datata 4 agosto, è stato di 3,5 pg/m3. In assenza di un vero e proprio riferimento normativo, valgono le indicazioni fornite dall’Organizzazione mondiale della sanità. Secondo l’Oms concentrazioni superiori a 0,3 pg/m3 indicano che l’incendio ha effettivamente generato diossina. Il dato del 5 agosto è dieci volte superiore a quello suggerito dall’Oms.Impatto degli incendi a confrontoPer dare un parametro di riferimento, il recente rogo che ha colpito la collina di Monte Mario, distruggendone la relativa riserva naturale, hanno raggiunto il massimo di 1 pg/m3 di diossina. Quello di Ponte Mammolo, per il quale è stata emanata dal sindaco un’apposita ordinanza, ha sviluppato una concentrazione di diossina 92 volte superiore. Nei giorni l’impatto la tossicità dell’aria a Ponte Mammolo è diminuita, pur restando tre volte superiore al massimo livello raggiunto dall’incendio di Monte Mario.L'ipotesi di incendio dolosoResta in piedi l'ipotesi di un incendio doloso, di cui si è discusso in un tavolo sulla sicurezza i cui contenuti sono stati rivelati dall'agenzia Dire. L'area coinvolta nell'incendio del 29 luglio confina con un sito dove, nell'agosto del 2023, era scoppiato un altro incendio, seguito da ripetuti roghi nel settembre e nell'ottobre dello stesso anno. Roghi a cui l'amministrazione aveva risposto ordinando una bonifica e messa in sicurezza dei terreni ai suoi proprietari
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