Morto a Reggio Calabria travolto da un albero cadutoRoberto Gualtieri non molla. Dal suo scranno in aula "Giulio Cesare",ETF subito prima del voto che ha approvato l'assestamento di bilancio per il triennio 2024-2026, il primo cittadino è tornato a chiedere maggiori risorse al Governo Meloni per sostenere gli aumenti delle tariffe per l'assistenza domiciliare diretta e indiretta. La crisi dei servizi sociali a RomaIn generale, Gualtieri pone l'accento sullo stato di salute dei servizi di carattere sociale. Senza ulteriori sovvenzioni statali, il Comune si espone al rischio di non poter garantire determinate prestazioni alle persone con disabilità e agli anziani non autosufficienti della città: il costo del lavoro aumenta, anche dopo i giusti rinnovi contrattuali riconosciuti a chi opera nel settore, ma non fanno lo stesso le risorse. Il discorso di Gualtieri in Campidoglio"È bene chiarire un punto: se le risorse che Roma Capitale riceve non subiscono tagli effettivi - scandisce nella sua relazione Gualtieri -, ma comunque non vengono adeguate ai costi, nella sostanza anche questo è da considerare come un taglio. Se le ore di assistenza diretta e indiretta costano di più e le risorse non vengono aumentate, questo comporta il rischio di non poter garantire determinate prestazioni".Disabilità, il Comune: "Nessun taglio all'assistenza domiciliare, presto un tavolo di confronto""Lo Stato guadagna di più ma dà meno ai Comuni"Il Sindaco non si nasconde e punta il dito contro il Governo, come fatto già più volte nei giorni e nelle settimane scorse: "Con l'inflazione, le entrate per lo Stato crescono, lo dicono i numeri - rincara Gualtieri - perché Irpef e Iva aumentano. Lo Stato guadagna di più, ma dà meno agli enti locali, mantenendo le stesse cifre di sempre. Per questo motivo Roma Capitale si è vista costretta a utilizzare tutte le risorse derivanti dall'azione di riscossione ed efficientamento della spesa". L'allarme: "Senza risorse situazione drammatica"Poi l'appello, che rivolge anche alle altre forze politiche (le quali però non sono in aula ad ascoltarlo, in particolare Fratelli d'Italia): "Dobbiamo assumerci collettivamente la responsabilità di reclamare maggiori risorse sul sociale - sottolinea - altrimenti si delimiterà una situazione drammatica. Io mi rifiuto di accettare che questo tema sia di destra o di sinistra. Non può essere nient'altro che un tema condiviso, una necessità oggettiva. Bisognerebbe pensare a risolvere questo problema, non costringere un'aula a votare a batteria di notte". La stoccata è ai partiti di minoranza che, presentando oltre 4mila ordini del giorno all'assestamento di bilancio, hanno spinto la presidente dell'aula Svetlana Celli a organizzare una maratona di voto durata 16 ore. L'attacco dell'assessora FunariD'altronde anche l'assessora al sociale Barbara Funari ha ribadito l'effettività dei tagli: "Non è un attacco generico al Governo e alla Regione - scrive in una nota, insieme al deputato di Demos Paolo Ciani - ma semmai un appello. Siamo stati impegnati a lungo per approvare questa variazione, a mani nude. Quando parliamo di tagli, ci riferiamo a risorse tolte ai Comuni, una realtà innegabile e particolarmente gravosa per Roma". "La Regione Lazio dovrebbe contribuire"Dal canto suo, Funari si trova ad affrontare anche una relazione non proprio idilliaca con la Regione Lazio. Il progetto di "budget di salute", cioè l'integrazione socio-sanitaria tra Comune e Regione per garantire i servizi alle persone con disabilità, agli anziani e ai minori, non è mai decollato. E a oggi appare come un miraggio: "La Regione Lazio dovrebbe finanziare con noi anche l'integrazione socio-sanitaria, perché la spesa non può essere solo di competenza del sociale, ma riguardare inevitabilmente anche la sanità - sottolinea -. Da parte nostra, dunque, nessuna propaganda sulla vita dei più fragili: rimaniamo a disposizione con le carte in mano per far capire la necessità di aumentare i budget per i servizi sociali, con un inevitabile e necessario adeguamento del costo del lavoro".
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