Alluvione in Valle d'Aosta, danni per oltre 150 milioni di euro - Tiscali Notizie

2024-12-09

Il rettore di Sassari Mariotti: i sequestratori di Farouk Kassam «amici con la A maiuscola»A 39 anni ha convinto Curry e Durant a tornare in nazionale. Coach Kerr: "È incredibile,Campanella è un leader e un esempio" Davide Chinellato Giornalista 20 luglio - 10:17 - MILANO LeBron James LeBron James arriva col pallone delle Olimpiadi sotto braccio. Lo tiene stretto come fosse uno dei suoi figli, come se volesse familiarizzare con ogni centimetro di quello che da due settimane è il suo nuovo strumento di lavoro, quello che vuole conoscere alla perfezione prima di cominciare a fare sul serio. A Londra, dove mette piede per la prima volta dall’oro dei Giochi 2012, l’ultima volta che ha fatto parte di Team Usa per il torneo a cinque cerchi, torna da veterano, da 39enne che ha ritoccato ogni record in Nba, che ha vinto ogni cosa. «È bello tornare a far parte di Team Usa», racconta in una palestra del centro, dove con la nazionale col miglior roster mai assemblato dal Dream Team 1992 sta provando in due sessioni di allenamento e due amichevoli londinesi (alle 21 contro il Sud Sudan, uno degli avversari nel girone, poi lunedì contro la Germania campione del mondo) a mettere gli ultimi ritocchi nella squadra che a Parigi andrà a caccia dell’oro. team lebron—  È una squadra piena di stelle, da Steph Curry a Kevin Durant, come LeBron parte della generazione di fenomeni che non vuole abdicare, a Tyrese Haliburton e Anthony Edwards, la Next Gen Nba. Ma è attorno a LeBron che ruota questa corsa all’oro. «LeBron è incredibile - lo elogia Steve Kerr, suo avversario in quattro Finals e ora suo coach -. Sono conquistato dai suoi sforzi, dalla sua concentrazione in ogni singolo esercizio. Parla costantemente, fa sempre sentire la sua voce, anche nelle partitelle è lui che chiama di continuo gli schemi per la sua squadra e anticipa le mosse degli avversari. È un leader, un esempio. Lo sapevo da tempo, ovviamente, ma vederlo in azione da vicino, come suo coach, è assolutamente speciale». È stato King James la scorsa estate il primo a dare il via a questa collezione di stelle che punta al quinto oro olimpico consecutivo. Ha fatto partire lui il tam tam che ha convinto Curry a tornare in nazionale dopo 10 anni, a Durant a dire sì anche se nelle ultime due settimane non si è ancora allenato. Team Usa formalmente lo ha assemblato Grant Hill, il general manager che ha consegnato a coach Kerr questa collezione di campioni, ma è evidente quanto LeBron sia quello a cui tutti guardano. Lo si è visto anche nelle tre amichevoli, quelle con Canada, Australia e Serbia, tutte vinte agevolmente giocando a tratti in modo inarrivabile per chiunque altro. «Molte delle altre squadre sono insieme da più tempo di noi - ha ricordato James -. Noi ci siamo allenati poco insieme, l’unica cosa che possiamo fare quando ne abbiamo la possibilità è fare tutto il possibile per migliorare. È la stessa cosa che facciamo quando scendiamo in campo: pensiamo a come crescere, concentrati solo su noi stessi». mantra—  È la ricetta del suo successo, quella che ha consegnato anche al figlio Bronny di cui sta seguendo da lontano i primi passi da giocatore Nba, quelli che dovrebbero portarli a diventare la prima coppia padre-figlio a condividere il parquet della lega basket più famosa del mondo. È la stessa che sta applicando anche a questa versione di Team Usa, dove i compagni più giovani lo guardano per imparare, esclusa qualche occasionale battuta di Anthony Edwards, la parte divertente del gruppo. «È un grande talento giovane, ma come persona è anche meglio: bello essere attorno a quel tipo di energia» è l’elogio di LeBron alla stella di Minnesota. Finita la chiacchierata coi media, sempre col pallone sotto braccio, King James si dirige verso i compagni: il re è pronto, la missione può cominciare. Basket: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA

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