Nuove accuse contro Giovanni Paolo II in un libro: "Wojtyla coprì preti pedofili"

2024-12-18

Biden dà il "go": gli Usa abbattono il pallone spia cinese sull'Atlantico"Non vorrei parlare di ciò che hodovuto subire,ETF dico solo che miei parenti e amici hanno avuto undestino atroce e sono stati uccisi. Eppure io sono qui, e cercodi portare un messaggio di pace e di far capire che noi siamoessere umani". Yazan Al Bawwab, 24 anni, nuotatore che vive aDubai ma ai Giochi rappresenta la Palestina ("i miei genitori,invece, hanno passaporto italiano") è stato eliminato dopo lebatterie dei 100 dorso, ma cerca di spiegare il senso della suapartecipazione, la seconda dopo Tokyo, all'Olimpiade di Parigi.    Questo ragazzo che il Cio ha nominato suo 'Young Leader' e che èun 'ambassador' della Fisu, la federazione mondiale degli sportuniversitari (Yazan ha due lauree, in ingegneria aeromeccanica ein sports management) , e che ha vinto 2 ori ai Giochi Arabi, aParigi ha voluto esserci ad ogni costo, nonostante il conflittoscatenatosi dal 7 agosto gli abbia portato via tante personecare. Oggi ha gareggiato con una bandiera palestinese tatuatasul corpo, poi uscito dalle acque della piscina ha detto che "ioposso fare, e avrei il diritto di praticare, sport come chiunquealtro". "Sembro un ragazzino di Gaza -ha aggiunto - e vorreiche, grazie allo sport, qualcuno ascoltasse quello che dico. Maa nessuno interessa quello che dice la gente in Palestina, peròquesto è il mio messaggio di pace: 'per favore, trattate noicome esseri umani, meritiamo gli stessi diritti di tutti glialtri e vogliamo praticare sport come tutti gli altri'. Invecequi vedo gente che si meraviglia della nostra presenza alleOlimpiadi, e mi chiede come sia possibile che siamo qui se inPalestina mancano perfino acqua e cibo". E in passato, hasottolineato, non sono mancati i problemi: "alle Olimpiadi nonsuccede - le parole di Al Bawwab -, ma in altre manifestazioni ècapitato che qualcuno, altri atleti, mi abbia detto di levarmila maglietta o di ammainare la nostra bandiera perché nonvolevano vedere quella della Palestina". Lui non lo ha fatto, eintanto continua anche a lavorare per SwimHope Palestine,organizzazione che insegna ai bambini palestinesi 5-6 anni anuotare, "anche se in Palestina non c'è neppure una piscina, mal'importante è donare loro un sorriso".     Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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