Imu sulla prima casa, l'Ocse consiglia all'Italia il ripristino della tassaLebron James in azione contro Porto Rico - Epa/Alex Plavevski COMMENTA E CONDIVIDI Olimpiadi del basket?Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock No semplicemente showbiz sotto canestro, made in Usa. I marziani dell’astronave Nba guidata da capitan LeBron James sono atterrati martedì a Parigi dopo aver sostenuto i proletari gironi ad eliminazione, a Lille, per traslocare ai quarti all’Arena Bercy contro gli umanissimi brasiliani, castigati senza neanche spingere troppo, 122-87. Ma quell’astronave carica di uomini-marketing nell’areo presidenziale dei giganti del basket, è dall’inizio dell’anno che fa le prove generali di Parigi 2024. E’ atterrata la prima volta a gennaio all’AccorArena, per la terza edizione della Nba Game che davanti a 15mila spettatori in estasi (la stessa estasi contagiosa a Bercy) aveva messo in campo i quintetti dei Brooklyn Nets e Cleveland Cavaliers. Gli extra per i globe trotter del grande circo Nba per i quali la stagione si consuma in 82 partite per 170 giorni lavorativi. Davvero il più grande spettacolo dopo il Big Ben che i manager americani vendono a peso d’oro ai quattro angoli del mondo: smerciato in più di 200 paesi. Solo di diritti tv un ritorno in cassa di 500 milioni di dollari, metà dei quali li versano i cinesi (pazzi per la Nba) e il resto lo spulciano dalle tasche di Europa e Giappone. Uno show mondiale che razzia tutto ciò che l’EuroLeague prova a trattenere ma che dispone di campioni appartenenti a 125 nazionalità e 78 dei cestisti più forti del pianeta sono arrivati a Parigi 2024 a fortificare le 12 selezioni qualificate. Tutti attori non protagonisti, tranne quelli della Germania campione del mondo, l’ambiziosa Francia e la sempre ostica Serbia (prossima avversaria dei marziani Usa) che con gli americani vanno a comporre il quartetto delle aspiranti al podio. Ma la scena è tutta per loro, i fab-five che al loro arrivo hanno acceso tutte le luci dorate della Torre Eiffel. Le stelle americane sono qui per ricordare che in principio c’è stato solo un “Dream Team e che tutti gli altri sono dei tiri forzati, derivazioni e a volte appropriazioni indebite di copyright. Qui a Bercy dove ha appena smesso di saltare, e anche di cadere, la star della ginnastica Simone Biles, adesso fino alla finale di domenica 11 agosto diventa il set hollywoodiano della pallacanestro statunitense. Il sequel di Hustle, il film prodotto nel 2022 da LeBron James con lo straordinario “coach” Adam Sandler. Un quarto di finale convincente con i generosi brasiliani, dopo un avvicinamento a Parigi a fari spenti con il solo LeBron James che conferma la sua fama di miglior realizzatore Nba di tutti i tempi (ha superato i 38.387 punti realizzati dalla leggenda Kareem Abdul-Jabbar), primo anche nella classifica dei migliori realizzatori da 2 punti (81% con 17 su 21). Papà LeBron vuole assolutamente tornare negli States con l’oro al collo per mostrarlo in primis a suo figlio, il 19enne Bronny James neoacquisto dei Los Angeles e quindi suo compagno di squadra. E questo sarà il kolossal della stagione 2024-2025, titolo “The final”. “The power of family” è invece il titolo che boss LeBron ha imposto alla federazione americana alla quale ha promesso di dare tutto se stesso a patto che potesse scegliere i suoi degni comprimari per conquistare la quarta medaglia personale, possibilmente il suo terzo oro. Dopo il flop di Atene, bronzo, LeBron ha vinto il titolo a Pechino e a Londra, ma non era sotto canestro a Tokyo 2020 e questa, a 40 anni, li compirà il 30 dicembre, è la sua ultima recita olimpica. Vietato sbagliare. E allora per sua espressa volontà sono stati convocati i fantastici supereroi della mission possible: Stephen Curry, il fido Kevin Durant, Anthony Davies e il bimbo prodigio Anthony Edwards, millennial del 2011, “the future”. Fuori draft olimpico è entrato a suon di sponsor anche Jaison Tatum che per continuare a giocare nei Boston Celtics per i prossimi cinque anni metterà a conto corrente 313 milioni di dollari. Cascate di dollari anche per Joel Embiid considerato dai francesi un grande traditore della patria: l'uomo più fischiato dei Giochi, in forza ai Philadelphia 76ers, posto davanti al bivio se rispondere alla convocazione dei Bleus o optare per la nazionale Usa ha scelto la seconda e adesso e adesso passa per il grande indesiderato di Francia. Tutti ricchissimi i membri del Dream Team, testardi già con tanta gloria alle spalle, tranne il piccolo Edwards (193 centimetri) che per la felicità di daddy LeBron fin qui è stato il miglior cecchino Usa con 16,7 punti a match (17 contro il Brasile). The family è lo spirito che muove il nuovo Dream Team che per grinta e talento innato si ispira ovviamente all’originale, quello del 1992. Quelli con i capelli brizzolati anche se non erano presenti ai Giochi di Barcellona ricorderanno il magnifico quintetto irripetibile: Michael Jordan, Magic Johnson, Larry Bird, Berkley, Ewing e Robinson. Una formazione da brividi, la prima che entrò dalle porte di Olimpia per conquistarla, per sempre. Parigi brilla con le stelle americane, ma la Francia (che affronta la Germania) sogna una finale tra il suo gigante Wembanyama - il 224 centimetri dei San Antonio - Spurs) e compagni, contro i LeBron boys. Una corsa per l’oro, ma anche per far tornare tutti i conti in cassa del più grande showbiz, non olimpico.
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