Attentato a Bruxelles, chi è l'attentatore: "Soggiornava illegalmente in Belgio"

2024-12-04

Israele, Hamas: "Uccideremo un ostaggio per ogni attacco senza preavviso"Valori di diossina 4.000 volte superiori i limiti. Questo il risultato choc delle rilevazioni dell’Arpa Lazio in merito all’incendio scoppiato lo scorso 26 giugno a San Basilio. A bruciare sono stati tre capannoni di una ditta di autotrasporti,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock uno di questi in affitto ad una persona di nazionalità cinese che lo utilizzava come deposito. Immediatamente l’Arpa Lazio aveva posizionato dei rilevatori per misurare la qualità dell’aria, dando costantemente informazioni in merito alla vicenda attraverso il proprio sito internet e i propri canali social. Dati poi aggiornati e resi pubblici in questi giorni che lasciano esterrefatti.Diossina fuori controlloA preoccupare è soprattutto il livello di diossina. Un campionatore era stato posizionato su via Scroticabove. Poi, il 28 giugno, è stato spostato su via Pieve Torina mentre un secondo strumento è stato installato su via Pergola, il 29 giugno, presso il centro anziani.Il primo campionatore, quello su via Scorticabove, dal 26 al 27 giugno ha fatto registrare valori di diossine pari a 564 pg/metro cubo. Quello, invece, su via Pieve Torina, dal 28 al 29 giugno ha segnato il dato incredibile di 1.200 pg/metro cubo. Anche se non ci sono riferimenti normativi in materra, secondo l'Oms, nel documento Air quality guidelines for Europe 2000, si stima la concentrazioni di tossicità equivalente (TEQ) di diossine e furani in ambiente urbano pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni superiori a 0,3 pg/m3 indicano la presenza di una fonte di emissione localizzata, ovvero significano che l’incendio ha effettivamente generato diossina. A San Basilio, quindi, i valori sono 4.000 volte superiori i limiti.I valori sono poi scesi nel corso dei giorni successivi ma, come si vede dalla tabella qui sopra, l’aria è rimasta comunque irrespirabile. questi dati arrivano all'indomani del maxi rogo che si è scatenato a Ponte Mammolo per il quale l'Arpa Lazio ha avviato un nuovo monitoraggio. 

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