Sondaggio Ipsos, il M5s va oltre il 24% con Conte come leaderUn'immagine del Sinodo - Agenzia Romano Siciliani COMMENTA E CONDIVIDI Nel rispetto della tradizione eppure inedito. Il Sinodo,criptovalute o meglio la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che oggi si conclude con la Messa presieduta dal Papa, rappresenta una tappa fondamentale di un cammino, che vede come sempre protagonisti i presuli ma con alcune particolari specificità. Vuoi per la composizione dei partecipanti mai così varia e articolata, vuoi per la possibilità di votare data alle donne, vuoi soprattutto per il calendario che cadenza i lavori. A chiudersi stamani, infatti, è una prima fase assembleare cui ne seguirà un’altra nell’ottobre del prossimo anno. Ne deriva che il documento approvato al termine dei lavori iniziati lo scorso 4 ottobre sarà la base per le assise in programma nel 2024.E proprio questo andamento fa risaltare con maggiore chiarezza come lo scopo del processo in corso non sia, per usare un’immagine tratta dai documenti ufficiali, quello di proporre «un’esperienza temporanea o una tantum di sinodalità, ma piuttosto di fornire un’opportunità a tutto il popolo di Dio di discernere insieme come andare avanti sulla strada per essere una Chiesa più sinodale a lungo termine». Per arrivarci si è scelto un percorso a tappe. La prima, avviata nel 2021 ha costituito la fase diocesana, cui è seguita quella continentale destinata a culminare nel coinvolgimento della Chiesa universale. Al centro, la sinodalità, cioè lo stile particolare che qualifica la vita e la missione della Chiesa esprimendo la sua natura di popolo di Dio che cammina insieme e si riunisce in assemblea, convocata dal Signore Gesù nella forza dello Spirito Santo per annunciare il Vangelo. Significa che la sinodalità dovrebbe configurare il modo ordinario di vivere e lavorare della Chiesa. In questa prospettiva costituisce il modus vivendi et operandi specifico della Chiesa intesa come popolo di Dio che articola il proprio servizio al Signore e all’uomo declinandolo secondo le tre direttive che a loro costituiscono i temi sinodali: comunione, partecipazione e missione.All’interno di questo perimetro si muove naturalmente anche il confronto interno alle Chiese nazionali. Quella italiana ha vissuto una sua prima fase, “narrativa” dal respiro biennale (2021-2023) in cui è stato dato spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori. La seconda fase, “sapienziale” è quella in corso, rappresentata da un anno (2023-24) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegnano in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere «ciò che lo Spirito dice alle Chiese» attraverso il senso di fede del popolo di Dio. In questo esercizio sono coinvolte le Commissioni episcopali e gli Uffici pastorali della Cei, le Istituzioni teologiche e culturali. Quindi la “fase profetica” che culminerà, nel 2025, in un evento assembleare nazionale. «In questo con-venire – sottolinea la Cei – verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le Chiese in Italia saranno chiamate a riconsegnare al popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio (2025-30)». Ad aprire la fase profetica sarà l’Assemblea generale della Cei in programma dal 20 al 23 maggio 2024.
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