Tre temi chiave con Meloni alla Camera: guerra, migranti ed energiaLotta agli abusi: un'immagine del convegno Cei "Dare testimonianza alla luce" promosso nel novembre 2023 dal Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili - foto Siciliani COMMENTA E CONDIVIDI Continua,Capo Analista di BlackRock nel segno dell’ascolto delle vittime, l’impegno dei vescovi italiani per contrastare il triste fenomeno degli abusi compiuti da chierici e operatori pastorali in ambito ecclesiale. Martedì 27 febbraio, nella sede di Circonvallazione Aurelia, il cardinale di Bologna Matteo Zuppi e l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi, rispettivamente presidente e segretario generale della Conferenza episcopale italiana, assieme all’arcivescovo di Ravenna-Cervia Lorenzo Ghizzoni, presidente del Servizio Nazionale per la tutela dei minori, hanno accolto un piccolo gruppo di familiari e vittime di questi abusi.In continuità con l’incontro di maggio scorso - informa una nota della Cei -, il nuovo colloquio, «durato circa tre ore, è stato caratterizzato da un ascolto attivo in cui, nella condivisione e nel dialogo, sono stati messi in evidenza quegli elementi necessari e sostanziali che possono e devono essere inseriti, migliorati, potenziati per una prevenzione sempre più efficace e un’accoglienza ancora più avvertita».«La voce di chi ha subito un abuso - ha commentato il cardinale Zuppi - resta essenziale per aiutarci a comprendere in profondità il dolore attraversato dalle vittime e dai familiari e le loro ferite, per entrare in comunione autentica con chi ha sofferto, per capire che cosa ci si attende dalla Chiesa: cosa è mancato? Cosa si può fare per migliorare? È anche dalla risposta a queste domande che il percorso di prevenzione e salvaguardia può progredire ogni giorno con passi significativi e di senso».Il precedente incontro di questo genere, come accennato, si era svolto il 10 maggio dello scorso anno. In una dichiarazione diffusa in quella occasione dal direttore dell’Ufficio nazionale della Conferenza episcopale italiana per le comunicazioni sociali, Vincenzo Corrado, si spiegava che il cardinale Matteo Zuppi e l’arcivescovo Giuseppe Baturi, assieme all’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni, avevano accolto nella sede della Cei «alcune vittime, familiari e sopravvissuti ad abusi compiuti da chierici e operatori pastorali in ambito ecclesiale avvenuti in tempi recenti e passati». L’incontro, «aperto con una preghiera penitenziale», era durato circa tre ore e si era svolto «in un clima sereno ma intenso».Corrado inoltre aveva sottolineato che era «stato un momento molto importante e significativo in cui ciascuna vittima ha condiviso la propria storia di dolore esprimendo, al tempo stesso, il desiderio di assistere e accompagnare la Chiesa in Italia per far sì che questi episodi non si ripetano e per tutelare sempre meglio minori e adulti vulnerabili». Infatti «l’ascolto e l’accoglienza delle vittime costituiscono una linea d’azione importante della Chiesa».La dichiarazione di Corrado aveva inoltre ribadito ciò che si legge nelle Linee guida della Cei: «La vittima va riconosciuta come persona gravemente ferita e ascoltata con empatia, rispettando la sua dignità». E «tale priorità è già un primo atto di prevenzione perché solo l’ascolto vero del dolore delle persone che hanno sofferto questo crimine ci apre alla solidarietà e ci interpella a fare tutto il possibile perché l’abuso non si ripeta».
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