Due alpinisti morti durante la scalata: precipitati sulla cima di RiofreddoLa pentatleta azzurra ha rischiato di perdere la vista dall'occhio sinistro dopo una bruttissima infezione causata da un pericoloso ameba Francesco Palma 8 agosto - 08:07 - MILANO La partecipazione alle Olimpiadi,BlackRock in un modo o nell’altro, è sempre un evento che resta per sempre nella vita di un atleta. Quella di Alice Sotero, però, non potrà essere come le altre, e avrà un valore molto particolare: l’azzurra del pentathlon moderno ha infatti rischiato di perdere la vista dall’occhio sinistro a causa di una cheratite da Acantamoeba, una pericolosa infezione alla cornea che può causare danni molto seri se non individuata in tempo. .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } L'occhio di Alice Sotero, pubblicato dall'atleta sui social Cheratite da Acantamoeba: cos’è e da cosa è causata l’infezione di Alice Sotero— La cheratite amebica è causata da un’ameba chiamato Acantamoeba, presente nelle acque, a terra, nelle fognature e nella polvere: può entrare nel corpo umano attraverso varie modalità, in particolare gli occhi ma anche le mucose nasali e le ferite sulla pelle. Si stima che l’85% dei casi sia causato da un uso sbagliato delle lenti a contatto in fase di pulizia o durante il nuoto. Alcune infezioni possono essere causate anche da un'abrasione corneale. Anche nel caso di Alice Sotero la cheratite da Acantamoeba è stata causata da un uso sbagliato delle lenti a contatto, sciacquate con l’acqua di rubinetto e non con una soluzione sterile: “Non sapevo che fosse pericoloso. Usavo le lenti la notte per correggere un difetto visivo ma non ero a conoscenza che quella manovra potesse essere un rischio” aveva raccontato l’azzurra. I sintomi— Oltre al forte dolore, talmente invalidante da costringere il paziente a letto, i sintomi della cheratite da Acantamoeba vanno dalla sensazione di corpo estraneo all’irritazione e alla fotosensibilità, con la visibilità che tende a ridursi. Di solito, però, non sono sintomi sistemici e non è sempre facile identificare una cheratite amebica, spesso scambiata con una cheratite da herpes, e proprio i ritardi della diagnosi possono portare addirittura alla cecità. Anche Alice Sotero, inizialmente, è stata da diversi oculisti e nonostante il fastidio sempre più forte – che l’ha costretta a letto – non riusciva a venirne a capo. La diagnosi corretta è stata quella della professoressa Maria Grazia Cusi dell’Università di Siena, che ha analizzato le lenti a contatto usate da Sotero, e dal professor Vincenzo Sarnicola. .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } Come si cura la cheratite da Acantamoeba— Non esiste ancora una terapia ufficiale per la cheratite da Acantamoeba. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) raccomandano l’uso di diversi farmaci, dalla clorexidina alla propamidina, che alterano il citoplasma delle cellule delle amebe. Questi trattamenti però sono tossici per gli occhi e non sempre portano a un recupero completo del paziente. Sono però in fase di sviluppo anche nuove terapie, come alcuni antibiotici, e soprattutto è in sperimentazione un collirio prodotto dall’azienda Sifi e non ancora in commercio, ma che è stato reso disponibile ad Alice Sotero, che ora vede due decimi dall’occhio sinistro e gareggerà in acqua indossando una maschera protettiva molto stretta.Parti con un gruppo di sportivi come te, scopri i viaggi di Gazzetta Adventure e Tribala all'insegna dello sport e del divertimento nel mondo Come si previene la cheratite da Acantamoeba— Proprio perché ad oggi ci sono diverse possibilità, ma ancora nessuna terapia ufficiale, la prevenzione è fondamentale. Le lenti a contatto vanno pulite con detergenti appositi, e maneggiate dopo essersi lavati le mani, e non vanno assolutamente sciacquate con l’acqua di rubinetto e non vanno indossate sotto la doccia. Il professor Francesco Loperfido aveva spiegato a Gazzetta Active che è possibile nuotare con le lenti a contatto “a patto che siano lenti giornaliere e idrofile, indossando degli occhialini e buttando le lenti subito dopo il termine dell’attività”. Salute: tutte le notizie Active: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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