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2024-12-15

Lavoro: bonus 100 euro subito, poi riforma ammortizzatori socialiDopo quattro anni dall'inizio della pandemia,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock sembra proprio che il Covid non sia ancora un problema risolto. Un recente lavoro di revisione condotto dai ricercatori delle università dell'Arizona, di Oxford e di Leeds, e pubblicato su The Lancet, ha messo in luce i molteplici aspetti del Long-Covid, l'insieme di sintomatologie che spesso viene sviluppata e mantenuta a lungo dopo la fine della sintomatologia acuta del Covid. Durante lo studio è stato analizzato il numero di persone colpite, i meccanismi alla base della malattia, i sintomi sviluppati e i trattamenti attuali e futuri.Cosa comporta il Long-Covid?Il Long-Covid, o condizione post-Covid-19, è definito come la presenza di sintomi che persistono per tre mesi o più dopo l'infezione acuta da Covid-19. Questa condizione può interessare numerosi sistemi di organi, portando a gravi alterazioni funzionali e a un'ampia gamma di sintomi, tra cui affaticamento, deterioramento cognitivo (noto come nebbia cerebrale), dispnea (difficoltà respiratoria), dolore diffuso e problemi cardiaci.Una sindrome che può colpire chiunque, compresi i bambini, ma è più diffuso tra le donne e, curiosamente, tra le persone di basso livello socioeconomico. Alcuni pazienti migliorano gradualmente, mentre altri continuano a soffrire per mesi o addirittura anni. Le ragioni di queste differenze sono attualmente oggetto di studio, ma un dato è evidente: coloro che hanno sviluppato la condizione prima dell'introduzione dei vaccini, sono tra i più colpiti, e molti di loro riportano ancora numerosi sintomi.Quanti casi di Long-Covid?Ad oggi si stima che, solo negli Stati Uniti, il Long-Covid colpisca tra il 4% e il 10% della popolazione adulta, con una persona su dieci che sviluppa la condizione poco tempo dopo il primo tampone negativo. A livello globale, il 3-5% delle persone che hanno avuto un'infezione acuta da Covid-19 sviluppa il Long-Covid. Secondo una stima riportata da Il Sole 24 Ore, in Italia, circa il 45% dei cittadini che abbiano contratto il Covid almeno una volta, hanno sviluppato anche i sintomi a lungo termine: da semplici mal di testa a disturbi cardiaci e neurologici. Lo studio ha evidenziato una serie di meccanismi biologici coinvolti, tra cui il tempo di persistenza del virus nell'organismo, l'interruzione della normale risposta immunitaria e la coagulazione microscopica del sangue. Processi che possono verificarsi anche in persone che hanno avuto solo infezioni lievi.Attualmente non esistono trattamenti comprovati per il Long-Covid. La gestione della condizione si concentra su farmaci generici per combattere i sintomi e la riabilitazione. I ricercatori sottolineano la necessità di sviluppare e testare biomarcatori, come esami del sangue, per diagnosticare e monitorare i sintomi a lungo termine, nonché trovare terapie che affrontino le cause principali della malattia. Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Agosto 2024, 17:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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