«Quella non era l'Ultima Cena, ma Dioniso che arriva a tavola»In un mondo dove molti predicano la paura,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock e altri più obiettivamente la preoccupazione, il Festival della Comunicazione di Camogli, giunto alla sua undicesima edizione, naviga controcorrente e punta sul tema della speranza. O meglio, Speranze, perché sono molteplici gli ambiti in cui provare ad avere fiducia di quel che sarà e in cui rintracciare esperienze, storie e idee che diano indicazioni positive in tal senso.Dopotutto la speranza è un rischio, ma vale la pena correrlo e il Festival chiama a raccolta molti protagonisti per offrire strumenti e visioni all'altezza di un argomento impegnativo che risuona meglio se affiancato da qualche esempio concreto. Un esempio calzante è una delle lectio di apertura, che vedrà protagonista Sahra Talamo, professoressa ordinaria presso il dipartimento di Chimica G. Ciamician dell’Università di Bologna e dal 2020, direttrice del laboratorio di radiocarbonio BRAVHO (Bologna Radiocarbon laboratory devoted to Human Evolution). La sua lectio porterà il pubblico “Oltre i Confini del Tempo: La Speranza, forza implacabile dell'Evoluzione Umana, ieri come oggi”.In un viaggio tra epoche e generazioni, la docente spiegherà perché la speranza sia sempre stata al centro dell'esperienza umana e che espressioni prendeva in epoche molto remote, in un interessante ricerca dei corsi e ricorsi che dovrebbe ispirare il pubblico a continuare a credere proprio in virtù di una storia di lunghissimo corso.Tornando a prospettive più correnti, le altre due lectio saranno “La speranza italiana” con protagonista il giornalista del Corriere Aldo Cazzullo, e “Machina sapiens”, con l'accademico ed esperto di AI Nello Cristianini. L'accelerazione tecnologica può spaventare, soprattutto se declinata come una sorta di duello dove c'è chi vince e c'è chi soccombe, ma ci sono molti margini per sperare che giuste scelte faranno la differenza. Da non sottovalutare anche le differenze innate, interessante in questo senso la riflessione del filosofo Maurizio Ferraris, che porterà una riflessione dal titolo “Animali speranzosi. Perché noi speriamo e i computer no”.Di “Intelligenza futura” parlerà l'ingegnere e esperto di Nanofisica Alberto Diaspro, mentre la speranza di un apporto ancora più decisivo delle donne alla scienza sarà al centro di un confronto fra Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia, e Monica Gori, ricercatrice dell’Istituto Italiano di Tecnologia, a capo del laboratorio Unit for Visually Impaired People (U-VIP) a Genova.
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