USA, Louisiana: uomo di 71 anni aggredito da un alligatore, moglie denuncia la scomparsa del corpoCOMMENTA E CONDIVIDI Dopo aver eliminato la plastica dai rifugi montani,criptovalute la Val di Pejo, in Trentino, ora la mette al bando in alberghi e strutture ricettive. Nel 2019 era stata la volta della prima "ski-area plastic-free" al mondo, che aveva riguardato la società impianti, la scuola di sci e i rifugi della ski-area Pejo3000 e aveva portato all'eliminazione di bottiglie d'acqua e bibite in plastica, stoviglie monouso, cannucce e bustine di salse. Ora tocca alla "fase 2" del progetto Pejo Plastic Free che coinvolge le strutture ricettive della valle. E l'80% ha già aderito: 25 tra hotel, residence, affittacamere, case vacanza e campeggi hanno ha già messo in atto le azioni richieste per essere in linea con i requisiti richiesti dal protocollo d'intesa. Due saranno in regola entro l'inizio della prossima stagione invernale e altre tre stanno gradualmente lavorando in questa direzione.Per poter ottenere il marchio "Plastic free zone" le strutture ricettive hanno dovuto sottoscrivere un elenco di impegni, predisposto con l'ausilio della società di consulenza "Territori Sostenibili", nel rispetto delle regole definite dagli standard internazionali Iso: definire un "piano di azioni e di miglioramento" con il supporto dell'Azienda di promozione turistica della Val di Sole e del gruppodi lavoro; prediligere l'uso, ove possibile, di oggetti riutilizzabili; eliminare il monouso, sostituendo la plastica con materiali biodegradabili e compostabili, smaltibili con la raccolta dell'organico; sensibilizzare i propri ospiti e altro ancora. E il tutto deve seguire un preciso calendario. «I grandi risultati ottenuti con l'eliminazione della plastica dalla sky-area - spiega Fabio Sacco, direttore dell'Apt della Val di Sole, capofila del progetto - hanno aperto gli occhi a molti e ci hanno aiutato a comprendere quanto ognuno di noi possa fare la differenza nella strada per ridurre l'impatto ambientale del settore turistico».Tutte le varie azioni devono essere attuate entro un preciso lasso di tempo: «In particolare - prosegue Sacco - al momento della sottoscrizione del protocollo chi aderisce deve eliminare piatti, posate, bicchieri e cannucce monouso in plastica. Devono inoltre ridurre del 50%, in peso o in numero di pezzi, gli altri prodotti plastificati. Tale quota dovrà poi essere ridotta di un ulteriore 20% entro il secondo anno. Dal terzo anno, si prevede di mantenere i livelli, assieme a una nuova verifica del piano». A tutto questo si aggiunge l'impegno a formare il personale interno, entro 30 giorni dalla firma dell'accordo, e a rendicontare periodicamente il proprio operato attraverso incontri a cadenza almeno annuale.
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