Kate Middleton, la prima apparizione in pubblico dopo l'annuncio del tumoreRoma,ETF 29 lug. (askanews) – “L’autonomia differenziata è una grande opportunità contro il centralismo. Il presidente Giorgio Napolitano a suo tempo disse che si trattava di una vera assunzione di responsabilità”. Lo ricorda il presidente della Regione Veneto Luca Zaia in una intervista alla Stampa. Sul fatto che ora che è diventata legge emergano malumori anche all’interno della maggioranza, con Forza Italia che frena e il governatore della Calabria Roberto Occhiuto che chiede una moratoria, Zaia risponde così: “Questo provvedimento non è un oltraggio alla Costituzione repubblicana o a una parte dei cittadini italiani. Oggi le immagini che ci restituiscono il nostro Paese sono quelle di un’Italia spaccata in due. E questo è figlio del centralismo che ci ha accompagnato per 76 anni. Domando: se in 76 anni i problemi che ha l’Italia non sono stati risolti è bene continuare così, o si deve cambiare? A mio avviso – sottolinea il presidente del Veneto – chi è contro l’autonomia differenziata è contro la nostra Carta. E chi non vuole cambiare è perché vuol restare in questa situazione. Un contesto nel quale chi nasce in un certo luogo sa già il futuro che lo aspetta. Ecco, questa è una ragione per cambiare. E la conquista dei Lep è la dimostrazione che le cose si possono fare e che grazie al nuovo meccanismo possiamo battere le disuguaglianze. L’alternativa è il mantenimento dello status quo. Noi siamo per un’equa divisione del benessere, non del malessere. L’autonomia è un processo di decentramento e non un assalto alla diligenza. La storia dirà chi avrà avuto ragione. Se non si farà adesso saremo costretti dalle necessità”. Sul punto Zaia non teme alcuna crisi di governo. “Secondo me su questo il governo non cade proprio. Si tratta di un progetto fatto alla luce del sole da sempre nel programma di governo del centrodestra. Il referendum invece va rispettato perché è un istituto democratico. Dopodiché il vero spacca Italia sarà proprio il referendum”. -->
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