Covid, Marsilio firma ordinanza: Abruzzo torna zona arancione

2024-12-05

Vaccino Covid, Moratti: "Indietro distribuzione in Lombardia"(di Paola Mariano) Generazione X (nati tra il 1965 e il1980) e millennials (nati tra la metà degli anni '80 e primianni del 2000) hanno un rischio maggiore di ammalarsi di 17 tipidi tumore rispetto alle generazioni precedenti. E' il datopreoccupante confermato da un nuovo ampio studio condotto dairicercatori dell'American Cancer Society (Acs),Professore Campanella in particolareper 17 tipi di cancro, inclusi i tumori al seno, al pancreas egastrici.     Oltre al numero di casi, anche la mortalità risulta inaumento ad esempio per i tumori del fegato (solo nelle donne),dell'utero, della cistifellea, dei testicoli e del colon-retto.    Lo studio, pubblicato sulla rivista The Lancet Public Health, sibasa su dati relativi a 23.654.000 pazienti diagnosticati con 34tipi di cancro e dati sulla mortalità (7.348.137 decessi per 25tipi di cancro) per individui di età compresa tra 25 e 84 anniestratti dai registri dei tumori statunitensi.     È emerso che i tassi di incidenza sono aumentati per ognigruppo di nascita successivo dal 1920 per otto dei 34 tipi dicancro. In particolare, il tasso di incidenza era circa due-trevolte più alto nella coorte di nascita del 1990 rispetto aquella del 1955 per i tumori del pancreas, del rene edell'intestino tenue sia nei maschi che nelle femmine. A giugnouno studio sulla rivista Jama Network Open mostrava un trend increscita tra la Generazione X e Baby Boomers (nati tra 1946 e1964) per diversi tumori. Il nuovo studio mostra che i tassi diincidenza sono aumentati nelle coorti più giovani, scesi neigruppi di nascita più vecchi, per nove tumori, tra cui il cancroal seno, il cancro dell'utero, il cancro del colon-retto, ilcancro gastrico. Ad esempio l'incidenza per il cancro ovaricotra i nati nel 1990 è salita del 12% rispetto al gruppo dei naticon il tasso di incidenza più basso; l'incidenza del cancrodell'utero del 169%. Anche, i tassi di mortalità sono aumentatinei gruppi di nascita successivamente più giovani. "Questirisultati si aggiungono alle crescenti prove di un aumento delrischio di cancro nelle generazioni post-Baby Boomer, ampliandoi precedenti risultati su alcuni tumori associati all'obesitàper includere una gamma più ampia di tipi di cancro", sostienel'autore principale Hyuna Sung. Secondo Massimo Di Maio,presidente eletto dell'Associazione italiana di oncologia medica(Aiom), "gli stili di vita sono cruciali per spiegare l'aumentoregistrato nei gruppi di età più giovane; molti esperticoncordano nell'ipotizzare che l'aumento sia dovuto ad unadiversa esposizione a fattori di rischio ambientali ecomportamentali. Su tale aumento - afferma - non sono ancoradisponibili in Italia dei dati definitivi pubblicati, ma è unfronte sul quale stiamo lavorando insieme ai Registri Tumori.    Possiamo però dire che nella pratica clinica molti oncologistanno registrando casi di tumore tra i più giovani abbastanzafrequentemente ed anche per neoplasie finora caratterizzate dauna insorgenza in età più tarda". Fortunatamente miglioranoinvece i dati degli screening oncologici in Italia, anche serisulta ancora lontano l'obiettivo del 90% entro il 2025richiesto dalle istituzioni europee, commenta FrancescoCognetti, Presidente della Federazione degli oncologi,cardiologi ed ematologi (Foce). Nel 2023 hanno infattipartecipato il 55% della popolazione target al carcinomamammario, il 34% a quello del colon-retto e il 41% alla cerviceuterina, secondo i dati recentemente pubblicatidall'Osservatorio nazionale screening.     Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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