Incoronazione Re Carlo: tra i paggetti anche il nipotino GeorgeGregorio Paltrinieri - Ansa/Ciro Fusco COMMENTA E CONDIVIDI Parigi,investimenti ultimo traguardo di Gregorio Paltrinieri. Un traguardo amaro, quasi una bevuta d’acqua della Senna. Uno schifo del genere no, non possiamo dirlo, ma l’ultimo grande sogno, vedere ancora Paltrinieri sul podio è sfumato. Un sogno cominciato all’alba. Alle prime luci del sole le famiglie olimpiche del mattino viaggiano compatte, dal Louvre, a piedi o di corsa (qui tutti corrono con o senza pettorina olimpica) verso Pont Alexandre III, il levatoio tra il Grand Palais (tempio della scherma e ora del taekwondo), il Petit Palais e l'Hôtel des Invalides. Sotto, tra tribune festanti come ai tempi della Belle Epoque, scorre il fiume ed è stato piazzato il traguardo della 10 km di fondo. “Sulle rive della Senna, sulle rive della Senna”, cantava Rino Gaetano che idealmente qui incontrava la rivoluzionaria Maryanna per dichiarargli tutto il suo amore. Les italiens sono tanti e sono arrivati all’alba ammantati di tricolore per aspettare l’arrivo di Gregorio, qua sulle rive della Senna. Per gli organizzatori di Parigi 2024 le mer è il fiume, sì sa. Certo il fiume più poetico e più ritratto dai maestri della storia dell’arte, il più atto agli amori e purtroppo anche ai suicidi. Ed è stato un vero suicidio olimpico scegliere questo letto, apparentemente rifatto e ripulito, come luogo per assegnare l’oro della 10 km. Al di là delle vignette satiriche alla Charlie Hebdo con il presidente Macron che sbraccia affannato tra nugoli di pantegane, (immagini di dune di alghe alle sponde e allarmi lectospirosi o ricoveri di atleti al pronto soccorso per eschericheria coli), questa gara alla fine è partita. Uno spettacolo per chi osserva, ma che non saprà mai se valeva davvero il prezzo del biglietto di balneazione, 1,3 miliardi di euro per una bonifica tutta da verificare. Fatto sta che les italiens si affacciano dal ponte e aspettano il loro eroe Super Greg. L’uomo del nuoto che non deve chiedere mai e al quale non abbiamo più niente da chiedere rispetto a quanto ha dato in carriera. Come tre anni fa a Tokyo, in mare aperto ovviamente, anche a Parigi si ripete la battaglia contro il tedesco Florian Wellbrock (campione in carica) e l’ungherese Kristof Rasovszky. Il primo molla, l’altro, l’ungherese si conferma e vince il titolo olimpico (in 1 ora, 50 minuti, 52 secondi), davanti al tedesco al tedesco Oliver Klemet e il bronzo se lo prende l’altro ungherese David Betlehem. Appena sotto al podio, ennesima medaglia di legno azzurra, il potentino Domenico Acerenza abbonato ormai al quarto posto dopo quello a Mondiale di Fukuoka 2023. E Greg? Crolla nell’ultimo tratto e in quello radente la sponda ci si fa male. Frasche legnose e residuati del tempo della Parigi di Modigliani. I nuotatori escono con escoriazioni. E’ una ferita quel 9° posto di Paltrinieri. E’ il canto del cigno di Carpi che però ha dato tanto al nuoto e non possiamo stare qui a piangere. Anzi, tricolore al vento per questo 29enne arrivato sulla riva della Senna con un titolo mondiale in carica dei 1500 m e degli 800 in vasca, più quello di campione europeo nella 10 km in acque libere. Se poi aggiungiamo tutte le medaglie olimpiche conquistate nelle quattro edizioni di Olimpia, compresa questa parigina, beh allora Greg meriterebbe un ritratto d‘autore di qualche impressionista, perché il quadro personale è impressionante. Il capolavoro lo fece a Rio2016: oro nei 1500, argento negli 800 e bronzo nella 10 km. Bis a Tokyo, terzo atleta nella storia a salire nel podio in piscina e acque libere. E Parigi ai nastri di partenza della 10 km Paltrinieri si era presentato con due medaglie al collo: bronzo degli 800 e l’argento dei 1500. Super Greg è il primo nuotatore italiano per numero di medaglie olimpiche vinte nonché l'unico capace di andare a medaglia per tre Olimpiadi consecutive e l'unico degli azzurri che è stato capace di partecipare a quattro finali olimpiche nella stessa gara, secondo solo al record di 5 finali olimpiche di Federica Pellegrini. Non lo nascondiamo, da Paltrinieri ci aspettavamo un prova da domatore della Senna come quella dell’azzurra Ginevra Taddeucci, uscita indenne da queste acque con tanto di medaglia di bronzo nella 10 km. “Sono orgoglioso di quello che ho fatto”, va ripetendo da giorni Gregorio. E come non dargli ragione. Seguirlo in questo viaggio olimpico durato dodici anni, dal 5° posto di Londra nei 1500, fino al Pont Alexandre III, è stato davvero un grande motivo d’orgoglio per tutti noi. Grazie Super Greg!
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