Frane, alluvione e fango a Bardonecchia: le testimonianzeSud Sudan battuto di un solo punto,ETF anche le superstar Nba faticano. L'analisi di Curry: "Se non difendiamo..." Dal nostro corrispondente Davide Chinellato 21 luglio 2024 (modifica alle 10:34) - LONDRA Ma allora la miglior versione di Team Usa mai assemblata dal Dream Team 1992 si può battere? Il sospetto viene dopo la risicata vittoria sul Sud Sudan a Londra, un 101-100 deciso da LeBron James a 8” dalla fine che ha mostrato il lato umano delle superstar Nba favorite per l’oro olimpico. “Questa partita ci ha ricordato che non siamo invincibili” ha ammesso saggiamente Steph Curry nella pancia della O2, coi 17.343 che l’hanno riempita increduli per quanto il Sud Sudan sia andato vicino all’impresa. La realtà è un po’ più complessa dell’inevitabile ritornello che nessuna squadra è imbattibile: sì, Team Usa è andato vicino a perdere e ha avuto un importante promemoria che la medaglia d’oro è da conquistare, non il premio sicuro in fondo alla strada che passa per Parigi. Ma ha anche il roster migliore tra le 12 che competeranno ai Giochi e, come ricorda Steve Kerr, controlla ancora col suo talento l’esito delle partite. In pratica, se Team Usa gioca come il livello dei suoi singoli le permette, è favorita contro qualsiasi squadra. segnali— La saggezza di Curry è quella giusta per capire cosa è successo col Sud Sudan. “Da questa partita abbiamo imparato che possiamo essere battuti se non giochiamo a modo nostro, e a modo nostro significa difendere - ha raccontato la star di Golden State dopo l’esibizione alla O2, la penultima per Team Usa prima delle Olimpiadi -. Non abbiamo difeso bene nel primo tempo e loro ne hanno approfittato: hanno messo tiri difficili e questo li ha caricati. Abbiamo anche imparato però che abbiamo una marcia in più degli altri e se riusciamo a trovarla possiamo schiacciare chiunque, non importa chi c’è dall’altra parte. Se non fosse vero, non avremmo vinto 37-18 il terzo quarto. Questa partita è stata uno splendido promemoria di entrambe le cose: non siamo invincibili e possiamo essere battuti se non difendiamo, ma anche sotto di 16 come stavolta abbiamo la capacità di rimontare”. La realtà resta che nessuno ha il talento di Team Usa, ma a differenza della passeggiata del 1992 questa squadra l’oro dovrà guadagnarselo, perché le altre non sono semplicemente più felici di dividere il parquet con le stelle Nba e chiedere loro la canotta a fine partita. Oltre trent’anni di progressi hanno, come dice Steve Kerr, quasi chiuso il gap, portato il mondo più vicino ai più forti. E se Team Usa fa degli errori, come le 14 triple concesse al Sud Sudan e la difesa allegra del primo tempo di Londra (61,1% al tiro per la squadra di coach Royal Ivey) gli avversari possono vincere. lavori— Questa partita è anche un promemoria che i lavori di Team Usa sono ancora in corso, anche se i successi larghi su Canada, Australia e Serbia, al contrario del Sud Sudan possibili rivali per l’oro, avevano fatto pensare il contrario. La prima sfida della O2 (la seconda domani sera con la Germania campione del mondo) è stata la prima volta in cui la squadra di Steve Kerr è stata sfidata davvero testata. “Il finale è stato positivo per noi, ci ha ricordato quello che ci aspetta a Parigi e Lilla - ha detto il coach -. È stata un’ottima esperienza, un ottimo promemoria che per diverse squadre che affronteremo quella contro di noi sarà la partita più importante della loro storia e dobbiamo ricordarcelo. Questa è stata la prima partita in cui ci siamo sentiti in dubbio, non a caso LeBron l’ha vinta a 8” dalla fine. Positivo affrontare queste difficoltà ora: sappiamo che le affronteremo di nuovo, che verremo sfidati, ma penso che la squadra abbia risposto bene”. la sfida con la germania— La Germania sarà un altro test per capire quanto lavoro ancora deve fare Team Usa. Kerr, che non ha ancora recuperato Durant, sta ancora cercando i titolari nel quintetto con LeBron, Curry e Joel Embiid (chiaramente ancora fuori fase). “Non siamo ancora insieme al 100% come gruppo e penso si sia visto - ha spiegato Anthony Davis, il migliore col Sud Sudan -. Ma è tutto controllabile. Dobbiamo fare canestro per vincere, ma dobbiamo anche difendere”. È dalle lezioni di questa partita che riparte Team Usa, da questa prima sfida vera superata col brivido, dalla consapevolezza che gli avversari non si scanseranno ma proveranno a battere la squadra con la scritta Usa sul petto, anche se ha una collezione di Hall of Famer. La sfida di Kerr, nella settimana che porta ai Giochi, è quella di continuare a trasformare questi talenti in una squadra. Una che sa di essere la favorita per l’oro, ma anche che quella medaglia che tutti le assegnano a Parigi dovrà andarsela a prendere, dimostrando sul campo di essere imbattibile. Il fatto che molti pensano che lo sia sulla carta non basta più. Basket: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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