Bombe su Kiev, i russi: «Rappresaglia per Belgorod»

2024-12-04

Caso Cospito, domani Nordio riferisce alla Camera. A Montecitorio è scontro tra Donzelli e il PdLe storie sono l’essenza della nostra identità. Senza di esse,analisi tecnica saremmo personaggi erranti in cerca d’autore. È per questo che le trame ci seducono, ci plasmano e ci cambiano la vita, perché sono motori di altre storie, sono macchine del desiderio, specchi e alternative di immaginario e casse di risonanze di altre vite. Per questo quando ci riflettiamo in una vicenda, anche se questa è lontanissima da noi a livello spazio-temporale, non possiamo fare a meno che fare entrare quel mondo e la sua complessità in sintassi con la nostra stessa esistenza, soprattutto quando a scrivere, condurre e immaginare è qualcuna a cui la penna non è scontato che venga offerta.Un esempio potente di questa dinamica si trova nella nuova serie Apple TV+, La donna del lago, disponibile dal 19 luglio, basata sul romanzo omonimo di Laura Lippman. Finché il leone non racconta la storia, il cacciatore sarà sempre l’eroe. È così che esordisce il personaggio di Cleo Sherwood (Moses Ingram), che rappresenta la voce silenziosa e inascoltata della storia, significando che è il potere la vera e unica penna che traccia la linearità delle storie e che fabbrica la memoria. Ma questo meccanismo, a volte, può essere disinnescato.La donna del lago, la serie Apple TV+ tra noir e dramma sociale

Putin denuncia il complotto mondiale contro la Russia, ma non sa come rispondere

Mandato d’arresto per Netanyahu, cosa rischia il premier e cosa contesta IsraeleBlackRock

Bollette, aiuti del Governo: da aprile sconti a chi consuma meno