Report sulla libera professione: stop dopo un decennio di crescitaVictoria Villarruel accusa i francesi: "Smettetela di fingere indignazione,ETF nessun paese ci intimidirà per aver detto una verità che non vuole ammettere". Intanto il Chelsea è spaccato e a Parigi si invoca l'intervento della Fifa Alessandro Grandesso 19 luglio - 12:16 - PARIGI Enzo Fernandez. Afp Si è trasformato in crisi diplomatica, il caso dei cori razzisti dei giocatori dell'Argentina, contro i nazionali francesi per le loro origini africane. E per disinnescarla sono intervenute le alte cariche dello stato sudamericano. In particolare Karina Milei, la segretaria generale e sorella del presidente della Repubblica, recatasi all'Ambasciata francese di Buenos Aires per calmare la polemica che ha indignato il governo francese, dopo che pure la vice-presidente di Milei aveva postato un messaggio molto aggressivo, accusando di fatto la Francia di essere un paese colonialista. messaggio— "L’Argentina – ha scritto la vicepresidente Victoria Villaruel sui social - è un paese sovrano e libero. Non abbiamo mai avuto colonie o cittadini di seconda classe. Non abbiamo mai imposto a nessuno il nostro modo di vivere. Ma non tollereremo nemmeno che lo facciano a noi. L'Argentina è stata fatta con il sudore e il coraggio degli indiani, degli europei, dei creoli e dei neri come Remedios del Valle, il sergente Cabral e Bernardo de Monteagudo. Nessun paese colonialista ci intimidirà per una canzone o per aver detto verità che non vuole ammettere. Smettetela di fingere indignazione, ipocriti”. meccanismo— Un messaggio che giustifica con argomenti tipicamente populisti il razzismo latente che poi esplode appunto in cori come quelli cantati senza filtri dai giocatori all'Albiceleste dopo il trionfo in coppa America. Una canzone in realtà inventata dai tifosi dopo il successo al Mondiale in Qatar, battendo ai rigori la Francia di Mbappé e di giocatori che furono sistematicamente associati da una buona parte dei tifosi sudamericani e non solo, alle loro origini, considerandoli dei falsi francesi, lasciando sottintendere di conseguenza una presunta mancanza di purezza. Insomma, il solito meccanismo discriminante che viene dato per scontato in generale dai razzisti. reazioni a catena— A innescare il conflitto, il giocatore del Chelsea Enzo Fernandez che dopo la vittoria in finale sulla Colombia ha avviato una diretta dal pullman, filmando i compagni che con lui cantavano il coro incriminato. Tra i primi a indignarsi il compagno di club, e francese, Wesley Fofana (“razzismo senza complessi”). Come Fofana, una decina di compagni di squadra hanno smesso di seguire l'argentino sui social: i francesi Badiashile, Nkunku, Disasi, Gusto, Ugochuwku, Sarr, -di cui il quotidiano Clarin ha ricordato puntualmente le origini africane-, ma anche il belga Lavia e l'albanese Broja. Fernandez, difeso pubblicamente anche da De Paul, si è scusato, ma in Francia, la Ministra dello sport Amelie Oudea-Castera ha invocato l'intervento della Fifa che ha aperto un'indagine, anche su sollecitazione del presidente federale francese, Philippe Diallo. A schierarsi, anche i nazionali francesi. Non solo Koundé, ma pure il rossonero Maignan che ha ironizzato sull'efficacia procedure amministrative: “Andrà tutto bene”. In Ambasciata, la sorella di Milei ha provato a ricucire, anche perché il presidente argentino è atteso a Parigi venerdì prossimo per la cerimonia di apertura dei Giochi olimpici. Calcio: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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