Giustizia, Pittalis: Fi impegnata in modifica legge Severino

2024-12-23

La luce in fondo al tunnel a un anno dal disastroCondannato a 4 anni e 2 mesi,criptovalute la sua posizione è passata in giudicato. Per gli altri imputati invece ci sarà un altro processo per rideterminare le peneVincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, si è costituito nel carcere di Rebibbia dopo che la sua condanna a 4 anni e 2 mesi per la strage di Viareggio è diventata definitiva. La posizione di Soprano, infatti, è l’unica passata in giudicato dopo la pronuncia della Cassazione che ha rinviato a un ulteriore giudizio la quantificazione delle pene, con il ricalcolo delle attenuanti, per gli altri 12 imputati. Questo ulteriore processo si celebrerà alla Corte d’Appello di Firenze.«Non è da sistema giudiziario equo che una persona vada in carcere dopo 15 anni per una fattispecie colposa», commenta il difensore di Vincenzo Soprano, l'avvocato Alberto Mittone.Tra gli imputati per i quali la corte d’Appello di Firenze dovrà ricalcolare le pene c’è anche l'ex ad di Fs e Rfi, Mauro Moretti, condannato nell'appello bis a cinque anni. Il ricalcolo eviterà, come ha spiegato il suo difensore Ambra Giovene, il rischio che finisca in carcere, anche perché Moretti ha superato i 70 anni.«Rimaniamo molto insoddisfatti rispetto all'esito conclusivo di questa vicenda - afferma Giovane - perché ovviamente si rifiuta di trattare un compendio probatorio che è tutto a vantaggio dell'ingegnere Moretti».La Corte ha parzialmente accolto i ricorsi di alcuni imputati oltre a quello di Moretti, anche quelli di Andreas Schroter, Uwe Kriebel, Paolo Pizzadini, Daniele Gobbi Frattini, Michele Mario Elia (ex ad di Rfi), Rainer Kogelheide, Peter Linowski, Johannes Mansbart, Roman Mayer, Mario Castaldo ed Helmut Broder. La decisione della Corte di Cassazione ha suscitato amarezza anche tra i familiari delle vittime, che si aspettavano una parola definitiva dopo 15 anni di processi. Il 29 giugno 2009 un treno carico di Gpl deragliò all’ingresso della stazione di Viareggio. L’asse del carro su cui erano montate le cisterne cedette per l’usura. Una delle cisterna si rovesciò e fu trascinata sui binari, per essere poi squarciata da un elemento delle rotaie stesse. Dal gas fuoriuscito si sprigionarono le fiamme che uccisero 32 persone.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedi

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