Giordania, morto turista italianoFOTO. «Anca a Busti sa vula». Ovvero perché Malpensa resta così bustoccaAlberto Grampa ha dato alle stampe un testo sull’aeroporto civile e il contributo della città per la costituzione della Spa. Così “Anche a Busto si vola” in 120 pagine,-Capo Analista di BlackRock con fonti dell’archivio del Comune e della Famiglia Bustocca L’aeroporto di Malpensa per scopi civili e il contributo di Busto Arsizio per la costituzione dell’Aeroporto di Busto Spa. Su questo si è concentrato il libro di Alberto Grampa intitolato “Busto Arsizio e l’aeroporto della Malpensa”. Uscito in tempi caldi per la questione intitolazione a Berlusconi.Classe 1959, Alberto Grampa, apprezzato e noto conoscitore della storia aviatoria della provincia di Varese, cui ha già dedicato molti volumi di successo e articoli comparsi su diversi periodici, esamina in modo approfondito e completo la storia che ha portato alla realizzazione dell’aeroporto della Malpensa per scopi civili.«Cascina Malpensa è considerata la culla dell’aviazione italiana – spiega - Se molto è già stato scritto sulle sue origini e le vicende legate alla storia del volo che qui sono iniziate fin dai primi anni del secolo scorso, un argomento poco conosciuto è la nascita dell’aeroporto civile della Malpensa. In particolare, voglio sottolineare il determinante contributo della città di Busto Arsizio con la sua classe politica e imprenditoriale attraverso la costituzione della Società Aeroporto di Busto SpA».Frutto di una meticolosa ricerca, questo libro (120 pagine, riccamente illustrato) spiega il perché della scelta di Malpensa e non di altri scali lombardi - su tutti quelli di Lonate Pozzolo e Linate - raccontando con foto e documenti l’inedita e coinvolgente storia di questo aeroporto aperto al traffico civile il 21 novembre 1948. Una storia, quella della Società Aeroporto di Busto SpA, durata quasi sette anni e che ha portato Malpensa a divenire uno scalo internazionale conosciuto in tutto il mondo fino al «passaggio» societario all’attuale gestore S.E.A. (Società Esercizi Aeroportuali), avvenuto il 12 maggio 1955.Alberto Grampa si è messo all’opera da circa un anno. Ha scartabellato documenti dell’archivio storico del comune di Busto Arsizio, della Famiglia bustocca, la biblioteca di Volandia, lo Studio Merlini di Busto Arsizio e articoli del quotidiano locale “La Prealpina”. Il libro è in distribuzione in questa settimana. Edito da Macchione, è in vendita a 29 euro (Codice ISBN 978-88-6570-883-5) anche sul sito www.macchionepietroeditore.itDopo un articolo introduttivo, si passano in rassegna fatti, personaggi e curiosità sulla storia aviatoria di Busto Arsizio. Eloquente il titolo del capitolo: “Anca a Busti sa vula… Anche a Busto si vola”. Il secondo capitolo è dedicato a Cascina Malpensa, da vecchia cascina lombarda a culla dell’aviazione italiana. Spazio poi alla Società aeroportuale di Busto Spa, all’atto costitutivo e allo statuto della società. Di tutto questo resta una stele commemorativa: «Una stele commemorativa, posta nel 1963 all’ingresso dell’attuale Terminal 2 dell’aeroporto della Malpensa (ancora oggi visibile), ricorda e testimonia l’impegno di Busto Arsizio e della sua gente per far (ri)decollare l’aviazione civile italiana e far ripartire non solo l’economia dell’Alto Milanese e del Nord Italia – conclude - ma anche quella dell’intero Paese dopo la catastrofe e le rovine della guerra. Stele sulla quale si legge: «PER DISATTIVATE ROTTE E PROFITTEVOLI INCONTRI, CITTADINI BUSTESI NEL MILLENOVECENTO-QUARANTOTTO ALL’ITALIA DIRUTA MA LIBERA E ALACRE, VOLLERO RESTITUITO IL PORTO AEREO DELLA MALPENSA, APPRODO DI CIVILI NAZIONI IN VIRTÙ DI MILANO VENUTA A PORRE PER RICONOSCENZA E A RICORDO MCMXLVIII - MCMLXIII». Laura Vignati
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