Mattarella sul clima: "Siamo in ritardo"

2024-12-13

I taccuini dei ricordi. Notti spagnole, il debutto di “El País” e l’idea di uscire con “El Mensajero” - Tiscali NotizieLa West Nile è una malattia virale infettiva nell'uomo,ETF trasmessa dalla puntura di zanzare del genere Culex che non si trasmette da essere umano a essere umano ed è solo raramente mortale, essendo tendenzialmente asintomatica o con una sintomatologia abbastanza leggera (nausea, vomito, mal di testa, dolori muscolari). Poiché non esistono vaccini l'unica difesa per ora è la prevenzione. Generalmente il serbatoio di infezione sono gli uccelli (il virus si annida in particolare nelle loro ghiandole salivari), che vengono punti dalle zanzare. L'unica fonte di trasmissione del virus, e quindi della malattia, è la puntura delle zanzare portatrici; la malattia non si trasmette da essere umano a essere umano. Gli animali e l'uomo sono quindi ospiti occasionali, mentre il target generale sono gli uccelli. Una volta punti, però, gli unici che mostrano i sintomi della malattia sono gli esseri umani e i cavalli. Questo virus è diffuso soprattutto nelle regioni subtropicali o temperate del pianeta, ma si trova anche in Europa. In Italia ci sono state segnalazioni di focolai dal 1998, e tutt'oggi sono riportate notizie di casi. I sintomi Generalmente la West Nile ha una sintomatologia quasi nulla (infezione asintomatica), o potrebbero mostrarsi sintomi leggeri, quali ad esempio linfonodi ingrossati, nausea, vomito, mal di testa, dolori muscolari, arrossamento degli occhi e febbre. L'incubazione varia dai 2 ai 14 giorni, fino a 21 giorni per i pazienti immunosoppressi o fragili. I sintomi, invece, durano generalmente pochi giorni e si risolvono in modo autonomo. Per questo infatti non c’è una cura specifica. L'immunità raggiunta dopo la guarigione può anche durare a vita. In rari casi possono essere presenti sintomi più gravi, che possono andare dal disorientamento, al tremore, disturbi della vista, paralisi, convulsioni e coma. In questo caso si procede al ricovero ospedaliero per avere cure adeguate al caso. In casi ancora più rari, l'infezione può svilupparsi in un'encefalite e diventare quindi letale. Questo è esattamente ciò che è accaduto recentemente alla paziente di Pordenone. Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Luglio 2024, 11:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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