La denuncia dell’Oms: “In Ucraina attaccate strutture sanitarie”Airbus e Thales,Guglielmo due colossi francesi dello spazio, avrebbero avviato colloqui esplorativi per studiare una fusione delle proprie attività spaziali e contrastare l’aggressiva concorrenza, in primis statunitense, nel segmento satelliti. Secondo un’anticipazione della testata francese La Tribune, le due aziende, attraverso le partecipate Airbus Defence & Space e Thales Alenia Space (detenuta al 33% da Leonardo), avrebbero anche notificato agli operatori satellitari Ses, Eutelsat e Hispasat l’intenzione di ritirarsi dal consorzio SpaceRise costituito con lo scopo di aggiudicarsi il mercato di Iris², la megacostellazione con cui l’Europa vuole rispondere a Starlink (di SpaceX) e a Kuiper (di Amazon) a partire dal 2027.L’eventuale ritiro, avrebbero precisato Airbus e Thales in una lettera intercettata da La Tribune, non implicherebbe l’abbandono definitivo di Iris², programma ritenuto comunque fondamentale, ma il ritorno al semplice ruolo di fornitori. Il consorzio deve infatti garantire l’intera catena del valore della costellazione e coprirne una parte degli investimenti, un’operazione a oggi troppo rischiosa secondo le due aziende. Sebbene senza conferme ufficiali – nemmeno Leonardo ha rilasciato commenti a Wired - l’importanza di entrambe le iniziative sarebbe cruciale, in particolare durante un periodo delicato per lo spazio europeo, in cui, oltre l’atmosfera, si stanno giocando la centralità e la sovranità politica dell’Unione.In orbita in due. O in treA ridurre i dubbi sulle discussioni in corso è stato Roberto Cingolani, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, durante una presentazione del piano industriale alla Camera, il 16 luglio. “Possiamo dire che stiamo cercando di fare una cosa a tre nello spazio - ha raccontato a Il Sole 24 ore dopo la presentazione – siamo fortemente attivi sulla catalizzazione di grandi alleanze europee: ora stiamo lavorando molto con Thales e Airbus per nuove visioni strategiche nello spazio”. Non è un caso se l'ex ministro della Transizione energetica abbia anche ricordato la recente sottoscrizione di un accordo con la tedesca Rheinmetall, il colosso locale della difesa, per la produzione congiunta degli Mgcs, i carri armati pesanti e blindati per l’esercito italiano, collaborazione il cui obiettivo è “fare il 50% ciascuno fin dall’inizio”, ha sottolineato.
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