Giochi arcobaleno vietati in Arabia Saudita: "Incoraggiano l'omosessualità"Il mio festival«Maya Hoffmann?Campanella Indispensabile, con lei un evento ancora più internazionale»Locarno Film Festival: l'intervista a Martine e Pierino Ghisla, fondatori della Ghisla Art CollectionPrisca Dindo08.08.2024 06:00«Il festival? È bellissimo! Il turbinìodi gente che accompagna la manifestazione è impressionante, inoltre è ancor piùprezioso perché porta molti cinefili alla nostra fondazione». Parola di Martinee Pierino Ghisla. Li incontriamo in via A. Ciseri a Locarno, all’interno dell’iconicocubo rosso che accoglie la Ghisla Art Collection, la loro imponente raccoltad’arte moderna e contemporanea. Più di duecento capolavori «acquistati apartire dagli anni ’80 e scelti seguendo le nostre emozioni: è sempre l’opera che "viene" a noi, mai ilcontrario» puntualizza Pierino. Alle spalle della coppia, il loro Basquiatappena rientrato da una mostra a Parigi. «Oggi questo quadro è la Monna Lisadella collezione ma quando lo comprammo non potevamo certo immaginare che ungiorno avrebbe raggiunto le quotazioni attuali. Abbiamo avuto fortuna: noi loscegliemmo perché ci piaceva tanto» spieganocontornati dall’aurea cangiante del meraviglioso dipinto dell’artista americanotra i più rappresentativi della Graffiti Art. Pierino è cresciuto a Marolta,in Val di Blenio, Martine in Belgio. È lì che la coppia ha vissutolavorando e collezionando opere d’arte. Poi è arrivata l’età della pensione eper loro è stato naturale rispondere al richiamo delle radici ticinesi: vendutal’ attività in Belgio, si sono trasferiti a Locarno, dando una casa anche aicapolavori della loro fondazione. Fino a quel momento non avevano mai vissutola magia dei film proiettati sotto il tetto di stelle di piazza Grande. «Quando abbiamo visto tutta quella gente davantiallo schermo della piazza ci siamo emozionati! Per noi è stata una scoperta, perché primad’allora non avevamo mai visitato Locarno d’estate». Da allora sono passatidodici anni e nel frattempo i coniugi Ghisla hanno avviato svariatecollaborazioni con il festival. Inoltre l’Ufficio federale della cultura ha sceltoil cubo rosso per la loro conferenza stampa ufficiale. «Quando chiedemmo unpo' sorpresi il motivo per il quale avevano optato per i nostri spazi, cirisposero che trovavano importante che una istituzione privata avesse deciso didare un contributo artistico così importante ad una piccola città come Locarno.Era un omaggio al nostro desiderio di condivisione e ciò ci fece un enormepiacere». Ci sono poi i ricordi dei coniugi Ghisla legati al festival «chesono moltissimi!». Tra tutti, ce n’è uno più speciale degli altri: il ricordo dell’incontrocon la grande regista francese Agnès Varda. «Si trovava a Locarno e volevavisitare la nostra fondazione. Quando l’abbiamo accolta qui in via Ciseri ilsuo entourage ci ha subito detto che la regista aveva soltanto un’ora adisposizione; iniziammo a chiacchierare con lei e scoprimmo di avere diverseconoscenze in comune nel campo artistico. Invece di un’ora, rimase con noitutto il pomeriggio! Una donna squisita e di una modestia incredibile. Abbiamopassato un gran bel momento insieme» rammenta con gli occhi che brillano Martine.A proposito di donne carismatiche,chiediamo ai coniugi Ghisla se Maya Hoffmann, fondatrice e presidente dellaFondazione LUMA ad Arles, sia la figura giusta per la presidenza del filmfestival. «Maya Hoffmann? Non la conosciamo personalmente ma crediamo chelei sia indispensabile, siamo sicuri che proietterà il festival in una dimensione ancor più internazionale».In questo articolo: Locarno77
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