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2024-12-25

Agenda 2030, progressi Ue ma Italia con il fiatoneUna scoperta dolorosa,VOL raccontata in una lettera. Un episodio rimosso in una vicenda tragica. Gerarda Picciariello è una donna di 61 anni con la vita segnata dalla morte della nipotina neonata e dalla condanna a 10 anni di carcere della figlia, accusata di essere una madre omicida. Giovedì mattina (8 agosto) si è tolta la vita lanciandosi contro un treno in corsa vicino alla stazione di Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno. Prima di andarsene per sempre, ha scritto una lettera ai familiari dove spiega che la morte della nipotina sarebbe avvenuta per colpa sua: "Se state leggendo questo foglio è perché non posso continuare a vivere, sapendo quello che ho scoperto oggi".Bimba morta, mamma in carcere per omicidio. La nonna Gerarda Picciariello si suicida a PontecagnanoL'anziana dice di aver rimosso dalla sua memoria un episodio doloroso. Gerarda, devastata dalla morte della nipotina neonata, Chiara, e dalla condanna della figlia Denise Schiavo a 10 anni di carcere per omicidio preterintenzionale, racconta di aver sepolto nella mente un ricordo che è riemerso solo ora, portandola a compiere il gesto estremo. La storia è ricostruita oggi dal Corriere della Sera, in un articolo di Fulvio Bufi. Occorre fare un passo indietro. Denise Schiavo, figlia di Gerarda, nel 2014 mette al mondo la piccola Chiara, nata prematura e costretta a una lunga degenza in ospedale. Ancora neonata, la piccola viene ricoverata di nuovo: ha ecchimosi sul corpo, e successivamente si scopre che ha le tempie e alcune costole fratturate. Nonostante i tentativi dei medici muore, a soli due mesi, all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli.Sono i genitori a rivolgersi alla magistratura, chiedendo che sia fatta chiarezza sulla sua morte. Gli inquirenti si concentrano però sulla madre. Una perizia medico-legale stabilisce che la piccola Chiara è morta per la sindrome del bambino scosso: secondo la procura di Salerno a scuoterla, fino a provocarle un'emorragia interna, è stata la mamma, in un momento di insofferenza. Denise viene rinviata a giudizio per omicidio preterintenzionale e, nonostante le argomentazioni difensive del suo legale, l'avvocato Michele Sarno, è stata condannata a 10 anni, dopo un lungo processo. È finita in carcere.La lettera d'addio di Gerarda PicciarielloSua madre, Gerarda Picciariello, chiede la grazia al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e spera che si possa far riaprire il processo. Analizzando le carte del processo, però, Gerarda si convince che la frattura alla testa della piccola sia stata colpa sua. E lo spiega nella lettera in cui annuncia il suicidio. "Un velo mi si è alzato dalla mente, mi rivedo con la bambina in braccio mentre cerco di adagiarla nella sua carrozzina alloggiata nella Fiat Stilo a tre porte. Eravamo alla fine di agosto, mi sopraggiunge un giramento di testa e il capo della bimba sbatte vicino alla portiera. Giuro, avevo rimosso quell'episodio". E conclude: "Ditemi, che altro potrei fare se non togliermi la vita? Vi chiedo di perdonarmi", si legge nella lettera d'addio riportata dal Corriere della Sera.La richiesta di grazia al presidente MattarellaSe le parole di Gerarda Picciariello nascondono la vera motivazione della morte della piccola Chiara potrà essere stabilito solo in un'eventuale revisione del processo, a cui l'avvocato Michele Sarno sta puntando. Intanto il legale invierà al Quirinale la lettera di Gerarda, ribadendo al capo dello Stato la richiesta di grazia che lei sperava tanto fosse accolta per la figlia.

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