Previsioni meteo, torna l'anticiclone africano: picchi fino a 40 gradiNoi scienziati del clima siamo sempre molto cauti nell’attribuire un singolo evento meteorologico ai cambiamenti climatici ma stiamo assistendo ad una “deriva” climatica vera e propria verso valori di temperatura mai osservati prima nelle nostre reti di rilevamento. In questi giorni soffriamo per questa ondata di calore e vorremmo finisse presto. Attenzione però,ècambiatoeccoperchéEconomista Italiano perché dopo arriverà aria fresca proveniente dall’Atlantico o fredda direttamente da nord. E quando questa aria “nuova” arriva dove c’era aria calda e umida, dove il suolo e il mare sono molto caldi, da questi contrasti nascono quei disastri cui tutti ormai siamo tristemente abituati. È come se il Mediterraneo si fosse trasformato in un grande pungiball climatico, in cui siamo “presi a pugni” una volta da sud e una volta da nord, a ripetizione. Stiamo assistendo in questi giorni ad una nuova ondata di calore, più intensa delle precedenti, che sta facendo registrare record di temperatura con valori mai riscontrati nelle serie storiche di dati più o meno lunghe di alcune località italiane. Si tratta solo di una bizzarria del tempo meteorologico, con influenze locali particolarmente importanti, o siamo in presenza di effetti sulla nostra Italia che sono il riflesso di una situazione più globale e legata ai cambiamenti climatici, i cui impatti si risentono sostanzialmente in tutto il mondo? FattiIl sud arde tra temperature record in Sicilia e incendi in CalabriaVanessa Ricciardi I dati Noi scienziati del clima siamo sempre molto cauti nell’attribuire un singolo evento meteorologico ai cambiamenti climatici. In generale, occorre allargare lo sguardo alla “storia” del clima sul nostro Paese. E così osserviamo la frequenza e l’intensità di fenomeni di questo tipo negli ultimi decenni e li confrontiamo con le caratteristiche che questi avevano in precedenza. Così facendo, si vede chiaramente che, sulla nostra Italia ma non solo, le ondate di calore sono divenute sempre più forti, ben al di là della variabilità climatica dei decenni precedenti. Stiamo assistendo ad una “deriva” climatica vera e propria verso valori di temperatura mai osservati prima nelle nostre reti di rilevamento. Certo, sappiamo che la temperatura alla superficie del pianeta è aumentata mediamente di poco più di 1°C nell’ultimo secolo a causa del riscaldamento globale di origine antropica, causato principalmente dalle aumentate concentrazioni in atmosfera di anidride carbonica ed altri gas ad effetto serra, a loro volta dovute alle combustioni fossili, alla deforestazione, al cattivo uso del suolo, ecc. In Italia nello stesso periodo il riscaldamento medio è stato circa il doppio, ma questi sono comunque valori relativamente piccoli e che sembrano non giustificare questo caldo estremo. Il fatto è, però, che non aumentano solo le temperature medie, ma anche i loro valori estremi, soprattutto nel Mediterraneo. Chi è “diversamente giovane” come me ricorderà il Colonnello Bernacca che, all’inizio dell’estate, aspettava con ansia l’arrivo del famoso anticiclone delle Azzorre. Era un “cuscinetto” di aria stabile che si protendeva dall’Atlantico verso est invadendo il Mediterraneo. Questo cuscinetto di aria ci proteggeva dalle perturbazioni atlantiche che sfilavano a nord, ma anche dal caldo feroce del Sahara che rimaneve sull’Africa, determinando le estati miti che caratterizzavano il clima mediterraneo. Ebbene, negli ultimi anni l’anticiclone delle Azzorre è stato molto latitante, sostituito molto spesso dagli anticicloni africani, che ovviamente portano un caldo maggiore. AmbienteLo scioglimento della Groenlandia e il riscaldamento record dell’ItaliaLuigi Bignamidivulgatore La colpa dell’uomo Ma perché si è avuta questa “sostituzione”? Si tratta di semplice variabilità climatica? Purtroppo no. I nostri studi vedono chiaramente che il riscaldamento globale di origine antropica ha fatto espandere verso nord la circolazione equatoriale e tropicale e dunque quegli anticicloni che rimanevano stabilmente sul deserto del Sahara ora sempre più spesso invadono il Mediterraneo e l’Italia, portando temperature estreme molto elevate, come sta accadendo in questi giorni. Si tratta dunque di un cambiamento di circolazione indotto principalmente dai nostri influssi sul clima. Un altro risultato che alcuni studi scientifici hanno trovato, riguarda il fatto che questi eventi di caldo estremo perdurano per più tempo, rendendo così ancora più critica la situazione sanitaria, specie nelle grandi città dove la temperatura è sempre più elevata delle zone circostanti a causa del grande assorbimento e riemissione di calore da parte dell’asfalto e del cemento di cui sono costituiti i suoli e gli edifici cittadini. Anche in questa persistenza delle ondate di calore sembra che ci sia lo zampino dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo. Infatti, l’espansione della circolazione equatoriale e tropicale verso nord, insieme al fatto che la fusione dei ghiacci al Polo Nord rende più frequente la discesa di questa aria alle medie latitudini, crea zone in cui stazionano alternativamente e per lungo tempo aria calda proveniente da sud o aria fredda che viene da nord. Cosa succede dopo In questi giorni tutti soffriamo per questa ondata di calore e vorremmo finisse presto. Attenzione però, perché quando l’anticiclone africano si ritira sul deserto del Sahara, purtroppo non entra l’anticiclone delle Azzorre, ma aria fresca proveniente dall’Atlantico o fredda direttamente da nord. E quando questa aria “nuova” arriva dove prima c’era aria calda e umida, dove il suolo e il mare sono molto caldi, da questi contrasti nascono purtroppo quei disastri cui tutti ormai siamo tristemente abituati: alluvioni lampo, chicchi di grandine grossi come palle da tennis, venti estremamente forti e distruttivi, ecc. In sostanza, il riscaldamento globale dovuto essenzialmente alle azioni umane ha prodotto un mutamento sostanziale di circolazione nel Mediterraneo che porta a cambiarne drasticamente il clima, soprattutto nel semestre caldo. Stiamo passando da una situazione in cui il clima mediterraneo e italiano era considerato mite e temperato ad una in cui è dominato da ripetute e forti ondate di calore cui si susseguono, nel momento in cui l’anticiclone del momento si ritira sull’Africa, eventi estremi di piogge violente e molto dannose. È come se il Mediterraneo si fosse trasformato in un grande pungiball climatico, in cui siamo “presi a pugni” una volta da sud e una volta da nord, a ripetizione. Dobbiamo assolutamente agire per mitigare il riscaldamento climatico e ridurre i danni ad esso associati. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAntonello PasiniFisico del clima Fsico climatologo del CNR e docente di Fisica del clima a Roma Tre. Autore di numerosi articoli su riviste internazionali e curatore di un libro specialistico (Artificial intelligence methods in the environmental sciences), ha pubblicato anche vari libri divulgativi, l'ultimo L’equazione dei disastri: cambiamenti climatici su territori fragili, ed. Codice (2020), sugli impatti dei cambiamenti meteo-climatici sugli eventi estremi in Italia.
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