Viminale, rave party nel viterbese: “Ripristinare legalità il prima possibile”(di Federica Acqua) Torna a far applaudire dopo noveanni un'Arena Sferisterio gremita La Bohème 'sessantottina' delregista Leo Muscato andata in scena il 27 luglio a Macerata,MACDultima opera in cartellone del 60/o Macerata Opera Festival. L'allestimento, che ha proiettato all'epoca delle contestazionigiovanili del maggio francese il capolavoro di Puccini scrittonel 1896, aveva debuttato con successo all'Arena nel 2012 peresservi poi riproposto nel 2015 e in seguito in altre piazze delcircuito lirico lombardo e a Reggio Emilia. Cambiando l'ambientazione, Muscato non aveva voluto alterarel'opera, ma penetrarne in modo diverso lo spirito, quello cioèdella giovinezza che nelle parole di Henri Murger, autore delromanzone a puntate Scènes de la bohème (1845-1849) da cuiPuccini trasse ispirazione, 'ha una sola stagione'. E lastagione spensierata e felice degli applauditi protagonistidella pièce - la ricamatrice di fiori Mimì (Mariangela Sicilia),la civettuola e leggere Musetta (Daniela Cappiello), il poetaRodolfo (Valerio Borgiani), il pittore Marcello (Mario Cassi),il musicista Schaunard (Vincenzo Nizzardo) e il filosofo Colline(Riccardo Fassi), assieme al padrone di casa degli squattrinatigiovanotti Benoit (Francesco Pittari) - dura un attimo. Giustoil tempo di scoprire che la morte può colpire all'improvviso unadi loro, infrangendo sogni e progetti. Seguendo questo filo rosso Muscato ha modificato i quattroquadri tradizionali dell'opera: Caffè Momus, Barrière d'Enfer esoffitta, rispettivamente in un loft, una discoteca, unafabbrica occupata e un ospedale, facendo morire Mimì non ditisi, ma di una malattia derivata dai prodotti tossiciutilizzati nel luogo di lavoro. Una morte bianca dunque conriferimenti all'attualità, ma retrodatati agli anni '70 graziead una miriade di oggetti e arredi: manifesti inneggianti allalotta di classe, letti a castello, sedie fiorate, poltroncinezebrate (quelle della discoteca) e una cyclette che assieme aicostumi di Silvia Aymonino ricostruiscono minuziosamente quelperiodo, senza toccare la partitura brillantemente interpretatada Valerio Galli sul podio della Form. Un universo coloratissimo e allegro su scene di FedericaParolini che riempie il palco con circa 250 persone tra quelledel Coro Lirico Marchigiano Bellini, dei Pueri Cantores 'D. Zamberletti', dei figuranti e della Banda Salvadei, che celebrala vigilia di Natale del libretto con un applaudito lancio dipalloncini fino al drammatico esito finale della morte dellaprotagonista in ospedale e non nella gelida soffitta, che alloracome ora ha fatto storcere il naso ai melomani piùtradizionalisti. Repliche il 2, 7 e 11 agosto. Riproduzione riservata © Copyright ANSA
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