Gallarate si scalda con la tradizione del brodo - ilBustese.itundefined - undefined COMMENTA E CONDIVIDI Aprire la Caritas ai giovani rendendoli protagonisti. Un ringiovanimento confermato da una ricerca sul volontariato giovanile condotta dall'organismo pastorale della chiesa italiana secondo la quale sono quasi 14.000 i volontari tra i 16 e i 34 anni attivi nei servizi delle Caritas diocesane sui territori. E il tasso di soddisfazione rispetto al servizio prestato è pressoché totale,ETF il 98,5%. Si tratta della fotografia di un periodo nuovo che inizia nel 2020 con le chiusure del Covid che obbligò i volontari sopra i 65 anni a stare a casa e attirò i giovani.«La pandemia è stata una spinta - commenta suor Lorella Nucci del servizio giovani e volontariato - ha dato consapevolezza di potersi rendere utili in un momento in cui non c’era nessuno».Dopo la stagione dell'obiezione di coscienza che ha portato nelle Caritas diocesane in 30 anni 100 mila giovani terminata a inizio secolo, dopo l’Anno di volontariato sociale con 10 mila persone e i 14 mila giovani del servizio civile universale impegnati in progetti in un centinaio di diocesi, nel 2024 i volontari under 35 sono quasi 14 mila. Sono al 70% donne. Da dove vengono?«Oltre un quarto proviene da servizio civile e Avs. - prosegue suor Nucci - , l’aggancio per il 41,5% è invece avvenuto tramite parrocchie o associazioni cattoliche, un altro 25% è stato attirato da conoscenze personali di operatori e responsabili che sono ottimi testimoni. Si tratta del classico vieni e vedi di Gesù a Giovanni e Andrea che cambia la vita. I volontari più giovani operano nei centri di ascolto, nelle mense, presso i centri minorili, stabilendo un rapporto personale con qualsiasi tipo di povertà. Chi vede ad esempio i bambini che li attendono nel centro minorile prova una gioia infinita».L’identikit dice che i volontari più giovani sono in possesso di un titolo di studio medio alto (il 38% è laureato, il 30 diplomato), tre quarti sono studenti o lavoratori e, anche se la stragrande maggioranza (83,5%) si dichiara cattolico, solo il 38,5% ha altri impegni nella dimensione ecclesiale. Un aspetto importante è l'estensione dell’impegno sociale. Tre quarti dedicano infatti al volontariopiù di 5 ore settimanali e il 40 non si ferma alla sola Caritas, ma presta volontariato anche in altre realtà sociali non solo cattoliche. Con quali motivazioni? «Rendersi utili agli altri per tre quarti di loro - risponde suor Lorella -, inoltre il 55% ha responsabilità nei servizi e il 98,5% è soddisfatto del proprio impegno. La Caritas è disposta a lasciare spazio, il presupposto fondamentale è che non siano solo manovalanza per sostituire i più anziani. Devono avere la possibilità di esprimere il loro potenziale e dare uno sguardo innovativo». L’esempio sono i giovani volontari distintisi durante l’alluvione di Faenza del 2023.«È un volontariato diverso - conclude suor Nucci - non si riesce più a chiedere un servizio di due o tre anni. Le prospettive sono di ulteriore crescita, ma dobbiamo imparare a stare vicini al mondo giovanile in maniera nuova».
Confcommercio: Mauro Lusetti è stato nominato vicepresidente
Toti, Giampedrone: in 9 anni percorso poltico straordinarioMACD
Rizzo ha pubblicato il suo nuovo singolo “Fuoritempo ;(“