Corruzione, oggi l'interrogatorio di Toti: la strategia difensivaFoto di gruppo "sinodale" con papa Francesco - Fotogramma COMMENTA E CONDIVIDI La Chiesa sinodale ha necessità di metodologie che,VOL coinvolgendo tutti i battezzati, li renda partecipi del cammino, affinché ognuno senta come proprio il risultato raggiunto. Esemplare, in questo senso, la “Relazione di sintesi”, approvata dall’assemblea che, del cammino del Sinodo, fa emergere i punti di accordo ai quali si è pervenuti (convergenze), ma anche cosa dobbiamo approfondire in futuro (domande aperte e proposte). Transitorio è il termine giusto per definire questo atto finale. Nasce da un “prima”, il lavoro fatto nei due anni di ascolto, canalizzato nell’Instrumentum laboris, e da un “durante”, l’impegno portato avanti nell’assemblea sinodale che, iniziato il 4 ottobre si concluderà nel 2024, seconda sessione del Sinodo, quando verrà pubblicato il documento finale. Un plauso a tutti coloro che hanno lavorato alla stesura della sintesi. Non semplice, se si pensa al materiale dal quale l’hanno ricavata: resoconti sui vari temi dei circoli minori, interventi in assemblea, proposte individuali pervenute alla segreteria. Così come è giusto rimarcare i passaggi che hanno portato all’approvazione definitiva. La prima bozza è stata discussa in assemblea e poi nei circoli minori; in quest’ultimi c’è stata la possibilità di presentare dei “modi” collettivi (aggiunte, modifiche o cancellazione di parti del testo), da approvare a maggioranza. Ci sono stati 1125 “modi” dai Circoli e 126 individuali. Dopo la revisione, il testo aggiornato è stato riletto in assemblea e approvato con voto segreto, che prevedeva un “sì” o un “no” per ciascun paragrafo, ma non l’astensione. Un’esperienza di unità, raggiunta nella libertà, quella che lo Spirito Santo dona sempre alla Chiesa.
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