“Whatever it takes”, cosa significa l'espressione di Mario Draghi?Monsignor Francesco Soddu (Siciliani) COMMENTA E CONDIVIDI L’Italia fa fatica a declinare la misericordia nel vissuto e non tende la mano?Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella «Direi che siamo un Paese attento che però deve modulare la solidarietà nel verso giusto. Ossia la solidarietà deve mirare alla giustizia, alla condivisione, alla corresponsabilità e all’apertura nei confronti dell’altro. Donarsi a chi è nel bisogno non è mai una perdita di qualcosa ma è assoluta certezza che ci guadagneremo in umanità». Il direttore di Caritas italiana, monsignor Francesco Soddu, non è stupito più di tanto dal “crollo” di propensione ad aiutare il prossimo che ha registrato il Censis. Ma va oltre il mero dato numerico. Che cosa dice la difficoltà a rimboccarsi le maniche? Ritengo che ciò sia dovuto anche a una percezione distorta della realtà che viene trasmessa all’opinione pubblica. Pensiamo all’ossessiva formula “invasione di immigrati”: in Italia non è così. Quando si alimentano le paure, è giocoforza che le persone si chiudano in se stesse. E anche la crisi economica contribuisce. Eppure saremo di fronte a uno sfascio dello Stato se non si avesse una compartecipazione ai bisogni degli altri, un’attenzione alla sussidiarietà, un continuo impegno alla costruzione di una società più inclusiva. È ciò a cui richiama con vigore papa Francesco. Però non basta l’elemosina. Serve essere soggetti attivi. Se la solidarietà non si fonda sulla giustizia, diventa fine a se stessa. Il Censis sostiene che gli italiani sono ben disposti al perdono. Hanno recepito la “lezione” del Giubileo? L’Anno Santo ci ha mostrato che il perdono non è facile. Lo dicono anche coloro che tutti i giorni – come i cappellani dei carceri – sono chiamati in prima persona a portare avanti una vera e propria catechesi della riconciliazione. Il perdono richiede un cammino. E il Giubileo ha rimarcato che è una dimensione essenziale nella vita cristiana. Dalla ricerca emerge che i giovani sono meno inclini al perdono rispetto agli anziani. È attendibile? Più che una questione di età, ritengo che dipenda dai percorsi di formazione, siano essi spirituali o anche soltanto umani, che una persona ha alle spalle. Il Vangelo – e anche il Papa lo ha evidenziato mentre firmava la Lettera apostolica a conclusione del Giubileo – mostra che Cristo ha fatto del perdono il metro della sua vita. E sulla Croce ha affermato: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. L’Anno Santo della misericordia comunque è stato celebrato in modo forte. Sicuramente non dobbiamo limitarci a un conteggio con il pallottoliere che magari guarda soltanto a quanto accaduto a Roma. Perché il Giubileo appena terminato ha avuto una variante fondamentale: si è potuto celebrare con le medesime modalità in tutte le diocesi del mondo. E il pellegrinaggio – elemento saliente di ogni Anno Santo – è stato soprattutto un pellegrinaggio interiore che è stato vissuto anche senza raggiungere la Capitale.
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