Sant'Egidio, tregua olimpica purtroppo occasione mancata - Notizie - Ansa.it

2024-12-21

Olimpiadi Parigi, le pagelle della Gazzetta alla 15esima giornata | Gazzetta.it(di Lucia Magi) La terza stagione di Thecriptovalute Bear, dal 14 agosto su Disney+, si sviluppa su toni più cupi e sofferti delle due precedenti. Eppure, una cosa è chiara alla conferenza stampa che lancia gli ultimi dieci episodi della serie premiata con 10 Emmy a gennaio: la sceneggiatura piena di lutti e tensione non ha scalfito l'umore della troupe, una brigata-famiglia che risponde alle curiosità dei giornalisti con raffiche di risate, frecciatine, allusioni e omissioni del tipo: "non posso fare spoiler".     È evidente quando si chiede quali siano le norme di comportamento sul set, in riferimento a una lista di precetti "non negoziabili" che a inizio stagione lo chef Carmy impone per il nuovo ristorante, nato dalle ceneri della tavola calda un tempo gestita dal fratello. "Le nostre regole sono: essere sempre gentili l'un con l'altro, arrivare sul set in orario, imparare le battute, bere acqua e assumere vitamina C", scherzano, rimpallandosi le risposte Jeremy Allen White (il protagonista Carmy Berzatto), Ayo Edebiri (Emmy come attrice non protagonista per il ruolo di Sydney), Ebon Moss-Bachrach (miglior attore secondario per il suo cugino Richie), Lionel Boyce (il pasticcere Marcus), Liza Colón-Zayas (l'aiuto cuoca Tina), Abby Elliott (la sorella-contabile Natalie "Sugar" Berzatto).     La nuova stagione della serie creata da Chris Storer si apre esattamente dove si era chiusa quella precedente. La famiglia disfunzionale ed allargata di The Bear (il ristorante eponimo con aspirazioni stellate che finalmente aprirà le porte al pubblico) fa i conti con quanto successo la sera prima all'inaugurazione preparata per amici e parenti. "Cosa succede? - si dice Allen White - Beh, intanto esco dalla cella frigorifera e questo è un inizio. Poi, Carmy continua ad essere se stesso, a fare quello che gli riesce meglio: evitare di affrontare i suoi problemi, seppellirsi nel lavoro e mettersi costantemente alla prova. Così facendo, mette sotto torchio tutti quelli che lo circondano e stargli vicino diventa sempre più complicato".     Anche gli altri personaggi cercano di fare i conti con lutti e ferite. "Natalie sta per diventare madre - riflette Elliott - è obbligata a elaborare il dolore per il suicidio del fratello e a interrogarsi sul rapporto irrisolto con sua madre, dipendente dall'alcool e afflitta dalla malattia mentale". "Molti personaggi hanno un lutto e il ristorante diventa la loro terapia", continua Edebiri, il cui personaggio è orfano di madre e sta per abbandonare la casa paterna. "Il dolore è come un fiume che attraversa ognuno di noi. È l'unica cosa che tutti gli esseri umani hanno in comune - considera Moss-Bachrach - È sicuramente uno dei punti di forza della serie. Uno dei motivi per cui ha colpito così tante persone". La cucina - con i tagli, le scottature, i piatti venuti male da rifare dall'inizio - diventa metafora della vita.     Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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