Roberto Vannacci indagato per incitamento all'odio razziale: cosa rischiaPer essere veloci negli ultimi metri di una competizione sono spesso fondamentali i lavori specifici in cui collaudare i vari tipi di sprint: andiamo a vederli Giorgio Rondelli 10 luglio - 11:28 - MILANO Ormai nelle grandi gare europee,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock mondiali e olimpiche sono quasi sparite le vittorie per distacco. Non solo nel mezzofondo veloce degli 800 e 1500 metri, ma anche in quello prolungato dei 3000 siepi, 5000 e 10.000 metri. Naturalmente, per essere veloci sui finali di gara serve avere anche un ottimo corredo genetico di fibre bianche. Ma poi diventano fondamentali anche i lavori specifici in cui collaudare i vari tipi di sprint. Infine, c'è un terzo aspetto che riguarda la gestione di queste due variabili da parte di ogni atleta: la tattica di gara. gli esempi— Tutto in base alle proprie caratteristiche e a quelle degli avversari. Due esempi illustri che hanno dominato la scena negli ultimi quindici anni sono quelli del britannico Mo Farah e del norvegese Jakob Ingebrigtsen. Due atleti quasi imbattibili. Il primo sui 5000 e 10.000 metri. Il secondo sui 1500 e 5000 metri. Mo Farah ha perso soltanto una volta la volata finale nel periodo che va tra il 2010 e il 2017: ai mondiali di Daegu nel 2011, quando fu preceduto dall’etiope Ibrahim Jeilan nella finale dei 10.000. La sua tattica di gara è stata sempre molto semplice: passeggiare in fondo al gruppo per oltre metà gara e andare in testa negli ultimi 2 o 3 km, in modo da presentarsi davanti a tutti al suono della campana. Per poi lanciare un’asfissiante volata finale di 400 metri, senza lasciare scampo agli avversari. Cronometro alla mano, il suo ultimo giro si è sempre aggirato tra i 52" e i 53". Come se si trattasse del secondo 400 metri di un 800 metri molto tirato! Stesso schema quello utilizzato da Ingebrigtsen. Restare coperto per i primi 800 metri dei 1500 metri, oppure per i primi 4000 metri dei 5000 metri, per poi andare in testa lanciando una fortissima progressione nell'ultimo giro. Tattica che si è rivelata perfetta per i 5000 metri. Un po' meno per una gara più corta e veloce come i 1500 metri, dove il campione norvegese ha subito due dolorose sconfitte dai britannici Jake Wightman e Josh Kerr ai Mondiali di Eugene 2022 e di Budapest 2023. allenarsi per lo sprint— Ma come ci si può allenare per essere così competitivi nello sprint finale? Al riguardo, ecco come esempio la scaletta specifica utilizzata da Mo Farah, comprendente tre blocchi di lavoro con sette diverse distanze via via ridotte, ma da affrontare a velocità crescente. Il recupero tra una prova l’altra è di 800 metri di jogging.Parti con un gruppo di sportivi come te, scopri i viaggi di Gazzetta Adventure e Tribala all'insegna dello sport e del divertimento nel mondo Leggi anche Sifan Hassan a Parigi punta a 4 medaglie: le sue gare dai 5000 m alla maratona Alla scoperta del circuit training forza-resistenza: l’utilità e tutte le tipologie Simulazione di gara: si parte con un miglio (1,609 metri) in 3’55”40. Vale a dire con un passaggio ai 1.500 metri in 3’40”.Potenza lattacida: si prosegue con tre prove di 1.200 metri in 2’57”, 1.000 metri in 2’27” e 800 metri in 1’57”. Quindi, tutte ad andatura sostenuta: lo scopo è indurre uno stato di affaticamento generale e una concentrazione di lattato importante nei muscoli dell’atleta, prima della terza e conclusiva parte dell' allenamento.Speed training: le ultime tre prove sono ancora più corte e veloci. Si parte con un 600 metri in 1’20”, cioè un passaggio standard per un gara di 800 metri da 1’47”/1’48”. Si prosegue con un 400 metri in 50” e si finisce con un 200 metri in 25”. Il 200 metri finale è certamente la prova meno qualitativa delle sette previste in questa durissima seduta di allenamento, ma a quel punto anche un fuoriclasse come Mo Farah aveva sicuramente già spremuto dal proprio organismo tutta l'energia possibile. Running: tutte le notizie Active: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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