Alimentazione | Pagina 2 di 43Il marito 82enne ha confessato l’omicidio di Lucia Felici,VOL la consorte. Non è però ancora chiaro il motivo che ha portato Carmine Alfano ad uccidere sua moglie.Alla ricerca del moventeL’omicida, com’è stato riportato in conferenza stampa dal procuratore di Tivoli Francesco Menditto, ha dichiarato che “non voleva farla soffrire”. È una spiegazione che però non ha soddisfatto gli inquirenti che continuano ad indagare. Infatti, in base alle prime indagini effettuate la donna, di 7 anni più giovane del marito, non sembrava afflitta da particolari patologiMentre si lavora per far luce sul reale movente che ha portato a Castelnuovo di porto alla morte di Lucia Felici, si è aperta una riflessione sul fenomeno, sempre più frequente, dei femminicidi in Italia. In media ogni tre giorni si verifica un delitto di questo genere. Com’è stato ricordato da una nota diramata dalla procura di Tivoli, solo nel 2022 sono state 106 le donne che, nell’ambito di una relazione, sono state uccise dagli uomini. L'aggravante ad hoc“Serve un’aggravante ad hoc per il femminicidio perché costringerebbe ognuno di noi, anche chi non è molto preparato, a cercare le vere cause del perché è stata uccisa quella donna” ha commentato il procuratore Menditto, nella conferenza stampa seguita agli omicidi di Annarita Morelli, assassinata a Fonte Nuova dal marito con un colpo di pistola, e di Lucia Felici, con tutta probabilità strangolata dal consorte. “Configurare l’aggravante di femminicidio consentirebbe a tutti noi di crescere. Tutto il contesto intorno alla donna potrebbe rendersi conto meglio delle cause. La politica può fare tutto questo. In alcuni paesi dell’America Latina già lo si è fatto”.Il lavoro sulla prevenzioneUn aspetto su cui puntare resta quello della prevenzione. È comunque fondamentale rivolgersi, ai primi segnali, a un Centro Anti Violenza dotato di adeguate professionalità o a un avvocato specializzato in questa specifica e complessa materia” è stato ribadito dal procuratore di Tivoli che ricordato, tra l’altro che “la legge prevede il pagamento” del legale “a carico dello Stato”. Questo consentirebbe alle vittime di essere “accompagnate nella denuncia e sostenute nel corso del processo penale”.Da una parte quindi occorre un’aggravante ad hoc, cosa a cui devono provvedere i legislatori, dall’altra invece è necessario agire sulla prevenzione. E “L’unico strumento preventivo rispetto ai femminicidi è quello di un’attenzione costante e adeguata da parte del contesto” ha ricordato il procuratore. Un contesto fatto da famigliari, amici, colleghi, sanitari che possono persuadere la vittima a denunciare, per tempo, le violenze subite.
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