Anastasia Bartoli: «Cantare al Rof è come lanciarsi col paracadute»"Al primo gennaio del 2023,Guglielmo l'ultimodato che abbiamo, eravamo circa 59 milioni. Nel 2050 saremo 54,8milioni". Lo afferma Francesco Maria Chelli, presidentedell'Istat, intervistato da La Repubblica in meritoall'andamento demografico del Paese. "Non sono previsionieconomiche. Succederà. Oltretutto questa perdita non saràequilibrata: la struttura della nostra società già oggi non hapiù la forma di una piramide quanto piuttosto di un grandefungo. E la parte più consistente del fungo è quella dei babyboomer. Adesso hanno sessant'anni, cosa accadrà quando neavranno 80?". Questo avrà un peso sul sistema pensionistico: "Quando gliattuali sessantenni saranno usciti dal lavoro, nel 2050 il 54%della popolazione attiva, quella tra 15 e 65 anni, dovràprendersi sulle spalle tutti gli altri", sottolinea Chelli. Insomma "non solo la popolazione diminuisce, cambia in peggiol'equilibrio tra attivi e non attivi". Insistere sulle nascite non basta: "Dalla natalità non cipossiamo aspettare tanto. Inutile illudersi, bene che vadaavremmo effetti tra decenni". Quindi, rileva Chelli, "unconsistente flusso migratorio in entrata è fondamentale. Come èanche importante evitare che i nostri giovani emigrino". E poibisognerà intervenire sullo squilibrio tra attivi e non attivi:"Siccome le pensioni si devono pagare, l'unica rispostapossibile è alzare la partecipazione di giovani e donne almercato del lavoro". Riproduzione riservata © Copyright ANSA
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