Coppettazione, Martinenghi e Paltrinieri fan della Cupping therapy: ma serve davvero?Totò Rizzo Le note dei padri ricadono sui figli. Sarà per dna,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock sarà per musica ascoltata in loop sin dalla culla, sarà perché magari uno va a curiosare per altre strade ma la testa e le orecchie sono sempre lì. L’estate 2024 sembra davvero segnata dai figli d’arte: dischi, concerti, tragitti da scavalcamontagne e voli intercontinentali, pub e piazze municipali, stadi e arene.La più gettonata fra tutti da noi è Angelina Mango. Superfluo ribadire che il 2024 è il suo anno sullo strascico di un 2023 non da meno (“Amici”) ma da febbraio a oggi si contano la vittoria a Sanremo, il settimo posto all’Eurovision Song Contest, un disco tutto di inediti e un tour che la sta portando in giro tra i festival Belpaese e le rassegne del resto d’Europa e le capitali europee che la attendono in autunno. Accanto a lei, fidato chitarrista e consigliere, c’è suo fratello Filippo (due figli d’arte in una sola sera), un mago della sei corde. Il suo tributo al papà Pino lo ha proposto proprio a Sanremo con una sentita cover di “Le rondini”. È in giro anche Cristiano De André che omaggia il repertorio di papà Fabrizio in un recital intitolato “De André#DeAndré – Best of live tour” che rilegge in chiave di rock elettronico i pezzi forti del grande cantautore genovese a venticinque anni dalla sua scomparsa. Se c’è una canzone tra quella paterne che Cristiano – che nella sua carriera ha dimostrato di non essere soltanto “il figlio di” ma di saper tirar fuori una sua forte vena creativa – che canta ogni sera con emozione più forte è “La guerra di Piero” perché, dice, «il momento che stiamo attraversando impone più che mai una riflessione sul perché il gene del conflitto sia così presente nell’uomo. E, a parte la mia commozione, arriva sul palco, netta, quella del pubblico». Ci sono figli d’arte che propongono invece una versione inedita, sconosciuta dei loro genitori. Sta accadendo a Filippo Graziani, figlio di Ivan, che porta in giro gli otto pezzi del padre mai pubblicati (raccolti da qualche mese nel disco “Ivan Graziani – Per gli amici”) scoperti nello studio di Ivan (più che dei demo, prodotti quasi belli e pronti) che hanno ricevuto le cure digitali di Tommy, l’altro figlio dell’artista scomparso 27 anni fa. Otto brani in cui, secondo la cifra di Graziani, la melodia sposa il rock e, assicura Filippo, «nel live ancora di più».Il compito più ingrato è forse quello di Paolo Jannacci che deve tramandare sul palco l’ironia tra malinconica e corrosiva di papà Enzo: «Ma Enzo – lui lo chiama così, al tempo stesso schermendosi – è irreplicabile», Intanto “In concerto con Enzo” propone una bella fetta dell’antologia di Jannacci. Infine si sta preparando per una tournée che toccherà più Continenti (prime tappe Nord e Sudamerica) Matteo Bocelli, primogenito di Andrea, al seguito del successo del suo primo album. Titolo dello show rigorosamente internazionale: “A night with Matteo”. Una carriera partita in quarta, forse a velocità più spinta di quella del padre agli inizi. Bisognerà vedere se saprà conquistarsi nel tempo la stessa popolarità intergalattica.riproduzione riservata ® Ultimo aggiornamento: Mercoledì 31 Luglio 2024, 05:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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